L'evangelizzazione: una precisa strategia

 

Bassorilievo con Irminsul ( arbusto piegato ai piedi della Croce), XII secolo, (Externsteine , Germania, Renania Settentrionale-Vestfalia, nella foresta di Teutoburgo, presso la città di Horn-Bad Meinberg).

Sulla conversione dei barbari al Cristianesimo bisogna fare chiarezza.
1) Cancelliamo l'idea della cristianizzazione come un processo volto a migliorare le società barbariche in una ottica confessionale, trionfalistica ed evoluzionistica.

2) Non ci fu demarcazione netta tra cristiani e pagani e la conversione di questi ultimi non fu omogenea. Infatti, oltre alla conversione programmata fatta dai monaci su ordine delle autorità, le due civiltà potevano quotidianamente confrontarsi attraverso le relazioni di tutti i giorni. Si parte dalla conversione delle elités barbariche ( che assimilarono e ostentarono i comportamenti e le icone dei potenti cristiani ) per poi via via inglobarne tutto il tessuto sociale. Schematicamente :
Tra IV e V secolo: conversioni al Cristianesimo individuali
Tra V e VII secolo : conversioni delle gens barbariche
Dalla metà dell'VIII secolo si attua un percorso di polarizzazione religiosa a vantaggio dell'unica religione cristiana che, tra IX e X secolo divenne unico e riconosciuto polo di dottrina legittima, strumento di controllo sociale e politico.


Un germano, rappresentato su un rilievo trionfale romano , Musei Vaticani, Roma.

Parlare della conversione dei barbari al Cristianesimo , significa parlare dell’adozione di nuovi valori e del porsi sotto una divinità più potente ed esclusiva che induceva coloro che la veneravano a combattere per essa. Insomma, significava avere un alleato migliore in campo... E dire che proprio i germani, che immaginavano il pantheon divino come una stirpe dalla lunga genealogia nella quale non riuscivano inizialmente a concepire Cristo, presto dovranno ricredersi sull’ efficacia della conversione al nuovo culto. Ben lo sapeva il franco Clodoveo, che solo quando in battaglia rischierà di essere sconfitto, dopo aver invocato inutilmente i suoi dei, deciderà di appellarsi a Cristo per ricevere protezione. Ovvio che non tutti i germani aderirono allo stesso tipo di verità cristiana. Molti infatti ( Goti e Longobardi) furono ariani. Questo discorso , che iniziò con singole conversioni , arrivando poi a interessare anche i capi germanici, si concretizzò maggiormente con Carlo Magno.

Nel suo iter di conquista, Carlo, primo imperatore dalla fine dell’Impero Romano ( tutti i precedenti sovrani germanici erano stati semplici “re”) , conquistava ed evangelizzava. I popoli che si lasciavano conquistare , i sovrani che deponevano la corona, perdevano la loro autonomia per essere inglobati all’interno del sistema politico ideato da Carlo. Un solo unico iter politico e religioso...per meglio controllarli. Chi non voleva rinunciarvi, veniva combattuto amaramente . E non era una guerra solo politica. Infatti era anche e soprattutto religiosa perché oltre agli uomini, anche gli dei scendevano in campo. Simbolico é il taglio degli alberi sacri come l’ Irminsul dei Sassoni( o Yggdrasil per gli Scandinavi). Nelle miniature medievali sono innumerevoli le raffigurazioni di alberi sdradicati, luoghi pagani distrutti, pietre ritenute possedute dal maligno, cioè da quelle divinità ritenute nemiche , politicamente e spiritualmente.

Bibliografia:
C. La Rocca, La cristianizzazione dei barbari e la nascita d'Europa, Estratto da Reti Medievali Rivista, V - 2004/2 (luglio - dicembre)

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