Streghe


"La ragione naturale è che essa è più carnale dell'uomo , come risulta in molte sporcizie carnali. Si può notare che è come un difetto nella formazione della prima donna , perchè essa è stata fatta con una costola curva , cioè una costola del petto ritorta come se fosse contraria all'uomo . Da questo difetto deriva anche il fatto che, in quanto animale imperfetto, la donna inganna sempre."


Frontespizio di un'edizione del Malleus maleficarum  del 1669

Queste parole così dure e lapidarie inquadrano nella donna un “difetto di fabbrica” congenito sin dalla creazione. Furono scritte da due famosi inquisitori, H. Institor e J. Sprenger nell' opera magna sulla caccia alle streghe , il celebre Malleus maleficarum ovvero Il martello delle streghe. L'opera fu redatta a Strasburgo tra il 1486 e il 1487 ben tre anni prima della bolla Summis desideserantes affectibus emanata da Papa Innocenzo VIII con lo scopo di perseguire, stanare e estirpare la stregoneria in alcune regioni della Germania. Dato che il Malleus maleficarum presenta tal documento in apertura , seguito da una approbatio (approvazione attribuita a una commissione di teologi dell'Università di Colonia) , si è inizialmente ritenuto il documento frutto della diretta volontà papale. In realtà, il Malleus maleficarum , come dicevamo, non solo ne è posteriore di tre anni ma gli autori utilizzarono tal bolla unita a quella approbatio ( rivelatasi un falso in tempi recenti) per imporre la loro personale idea di caccia alle streghe.


I. INTRODUZIONE

Cos'era la stregoneria e chi erano le presunte streghe che si cacciavano? 
Figure maligne e misteriose, causa di guai e di sciagure, le streghe erano ritenute colpevoli di disastri come la peste del Trecento . Riferendoci al Medioevo, fecero la loro comparsa dal Duecento e in maniera sempre più frequente nei secoli successivi, specialmente dal Rinascimento fino al Settecento. In migliaia tra uomini, bambini, animali e donne, furono processati  e  condannati (tra loro alcuni messi al rogo). La stregoneria comporta la conoscenza e la padronanza di tecniche (anche psichiche) per compiere il male con mezzi occultiIn Europa, la caccia alle streghe segnò l'epoca fra tardo Medioevo ed età moderna periodo in cui la demonologia si fuse con antiche credenze ingrossate dalle paure diffuse fra la popolazione. Tanti fattori concorsero alla creazione della strega:
- il cambiamento climatico avvenuto intorno al 1600 e le sue conseguenze socio-economiche; 
- il dibattito scientifico che ha inquadrato molti dei fenomeni legati alla stregoneria; 
- le condizioni sociali nelle comunità dei villaggi e quanto spesso la spinta dal basso ha dato origine a processi contro presunte streghe;
- la lettura delle credenze popolari alla luce dei procedimenti eretici e della demonologia. 

Tutti questi, e molti altri approcci, si sono dimostrati molto utili per comprendere la caccia alle streghe, ma solo come tante tessere di un puzzle.  


Tortura e rogo di streghe, miniatura del XIV secolo


Ma partiamo dall'inizio, dalle striges della letteratura classica, antesignane del concetto di strega a cui accennavamo. Molti autori antichi hanno parlato di creature mostruose dagli occulti poteri.
Infatti, prima  Teocrito e poi  vari scrittori latini hanno trattato questa tematica:

Orazio nell’Arte poetica parla di lamiae ovvero  mostri mangia bambini che ne prosciugavano i corpi per poi restituirli vuoti;
Ovidio nei Fasti descrive le rapaci striges originarie della Marsica, donne-uccello che tormentano gli uomini e dissanguano i bambini;
- Seneca con la sua  Medea che sminuzza le erbe micidiali, spreme la bava velenosa dei serpenti, vi mescola uccelli sinistri, il cuore di un tetro gufo, le viscere di stridula strige sventrata viva […]. Ai veleni aggiunge parole non meno terribili. Ecco il suono del suo passo furioso, il suo incantesimo: solo a udirne la voce il mondo trema;
- Lucano con la tessala  Erichto descritta ne La guerra civile;
- Petronio nel suo Satyricon , nella vicenda raccontata a cena da Trimalchione, racconta un episodio in cui striges e nocturnae aggrediscono il cadavere di un bambino durante la veglia funebre;
- Apuleio nell'Asino d'oro racconta di rapaci  striges divora cadaveri, capaci di cambiare aspetto tramite magici unguenti.

Fatta eccezione per provenienze particolari come l'Etruria o la Marsica, in generale le streghe, secondo alcuni autori, sarebbero originarie della Tracia e della Tessaglia. Questi esseri malvagi, secondo la tradizione, sapevano volare, cambiare aspetto, dedicandosi al vampirismo o al cannibalismo. Questa tematica ritorna in tempi postumi anche nella favolistica. Hans Christian Andersen ne I cigni selvatici si ricollega perfettamente alla tradizione latina quando descrive il raccapricciante spettacolo di cui fu testimone Elisa, la protagonista della storia che "vide sedute su una delle tombe più grandi un gruppo di lamie, streghe cattive che si strappavano i vestiti come volessero fare il bagno e poi scavavano con le lunghe dita magre nelle tombe più fresche, tirandone fuori i corpi e mangiandone la carne".


II. FACCIAMO CHIAREZZA

Come dicevamo, il fenomeno della caccia alle streghe ha inizio nel Quattrocento, ma le sue radici affondano almeno nei due secoli precedenti, specialmente nel XIII in cui si ebbe un incremento d'interesse notevole verso i fenomeni magici. Fu Gregorio IX con la bolla Vox in Rama (1233) a denunciare il comportamento sacrilego dei catari dell’Oldenburgo, setta ostile all’arcivescovo di Brema, presunta adoratrice di animali mostruosi, colpevole di rituali orgiastici. Un secolo dopo, Giovanni XXII emana la bolla Super illius specula in cui si associarono definitivamente pratiche e credenze magiche all’eresia, ora sanzionata e trattata secondo la normativa dell’Inquisizione. 
Tra la fine del Trecento e il Quattrocento  numerosi inquisitori, generalmente domenicani, scrissero sull'argomento fomentando una sorta di psicosi collettiva in un'Europa occidentale già appesantita dai residui non debellati dell'eresia e dagli elementi magico folklorici d'antica memoria.
Arriviamo al 1484:Innocenzo VIII promulga la bolla Summis desiderantes, documento apparentemente in continuità con i precedenti in cui non si fa riferimento esplicito alla stregoneria dalle quali denunce, con toni radicali, il pontefice intima di distaccarsi. Due anni dopo, Heinrich Institor Krämer pubblicò il  Malleus maleficarum sulla cui scia comparvero altri trattati tesi a definire i caratteri comuni della stregoneria, fenomeno controverso, verso il quale molti altri dotti nutrivano scetticismo. 
In ogni caso, la caccia alle streghe e la concezione della stregoneria alla base  non fu un fenomeno omogeneo in Europa.  In Italia, per esempio, portò ad un intenso recupero della cultura classica pregna di lamiae e di striges, capaci di volare di notte e di cambiare aspetto, divoratrici di cadaveri, infanticide e ree di vampirismo. Furono Bernardino da Siena , Giovanfrancesco Pico della Mirandola  e  Jean Bodin ad insistere sul recupero dei testi antichi per giustificare le credenze contemporanee. Tuttavia, in Italia il numero di processi e di condanne capitali per stregoneria rimase basso (se confrontato con le  regioni europee). In più l’Inquisizione rappresentò un freno al diffondersi della psicosi antistregonica che trovò maggiore possibilità di esprimersi nei tribunali laici o in quei luoghi in cui la mancanza di una forte autorità politica o religiosa lascia indifesi i più deboli. In Francia, invece, il mix letale di magia, eresia e caccia alle streghe portò negli ultimi decenni del XV secolo  a drammatici episodi come quello della vauderie d’Arras, nell’Artois, in cui dalla confessione di  un' eremita (poi condannato a morte per presunti  reati di magia demoniaca), si arrestarono un numero crescente di complici. Costoro  furono accusati di rinnegare Cristo, diffondere epidemie e di far parte di una  setta criminale al servizio del demonio, con il quale si incontravano nel corso di riunioni notturne a cui giungevano in volo, a cavallo di piccoli bastoni, dopo essersi cosparsi di unguento magicoAnche per costoro furono emesse dure condanne, ma non quella capitale. Questa vicenda, seguita da altri più piccoli focolai del sospetto in altre zone di Francia,  ebbe tale risonanza da chiamare in causa persino Filippo III il Buono che riuscì  a porre un freno alla psicosi collettiva.  Nelle regioni francofone e germanofone elementi della tradizione celtica e germanica daranno vita dal  XII secolo al fenomeno delle Dame Abonde, signore  notturne, legate tanto agli inferi quanto ai miti della fertilità e della rinascita, che si spostano magicamente e penetrano nelle abitazioni chiuse.
In generale, alla fine del Cinquecento l’apparato giuridico contro il reato di stregoneria era ormai formato in via definitiva. Alla trattatistica si unì il diffondersi dei processi in Europa (specialmente nell'area tedesca del Sacro Romano Impero)  schematicamente  sviluppati in tre fasi differenti:
- un diffondersi sporadico di processi e condanne capitali che termina intorno al 1550-1560;
- un incremento notevole tra quest’epoca e il 1660, fase che costituisce l’apice della caccia alle streghe in Europa;
- una diminuzione generalizzata dei processi  fino alla metà del XVIII secolo.


III. IDENTIKIT DELLA STREGA

Chi erano le streghe? 
E soprattutto, erano solo donne? Il 75 % circa delle vittime furono in effetti tali, ma non fu sempre così. Anche gli uomini, più spesso accusati di licantropia, erano ritenuti colpevoli di stregoneria. In Carinzia due terzi degli accusati erano uomini (vagabondi o mendicanti), in Normandia, Islanda, Estonia e Russia il numero è ancora più alto. In Normandia, invece, erano più spesso accusati pastori, produttori di formaggio, preti o fabbri. Dal Belgio alle Alpi si registra un numero elevato di uomini, mentre nella Svizzera romanda le prime cacce perseguono maschi, e non femmine, nel Senese o in Finlandia le corti raccoglievano accuse di maleficia perpetrati da uomini, ma condannavano in misura maggiore le donne. Il pregiudizio contro il gentil sesso è stato di certo un'aggravante del fenomeno ma non l'unica motivazione come alcuni ritengono (rendendo erroneamente la caccia alle streghe  distorto campo di battaglia di una guerra di genere). Le donne condannate potevano essere sposate o nubili, ricche o povere. Un aggravante era costituito dalla menopausa che, secondo  alcune teorie mediche della prima età moderna, consideravano stato tossico poiché ritiene il sangue mestruale, reputandolo velenoso. La donna anziana inoltre, secondo la concezione comune, era quella più incline a corrompere le fanciulle con la magia (in generale praticabile a tutte le età). Al banco degli imputati, oltre donne e uomini, finivano anche bambini che potevano essere perfetti accusati o  accusatori (in un caso o nell'altro, i fanciulli erano attori ideali  in quanto facilmente manipolabili). Gli accusati non sempre appartenevano ai gruppi di diseredati ma potevano far parte di ceti che potremmo definire medio-bassi o delle élites locali.  Anche i preti, spesso, erano accusati di stregoneria in quanto tradizionalmente associati alle pratiche magiche.




IV. L'INQUISIZIONE E I PROCESSI


Partiamo dal  Duecento con le sue repressioni ereticali. Gli inquisitori agivano in accordo con le  corti episcopali finché a metà del secolo, una bolla inviata da Alessandro IV gli ordinò di occuparsi prettamente di eresia, lasciando ai giudici ordinari le questioni di usura, divinazione e sortilegi, ponendo come inciso che gli inquisitori sarebbero  intervenuti laddove quelle pratiche fossero traboccate nell’eresia. Mentre Filippo il Bello lottava contro il Papato,  in Italia si segnalano processi per  stregoneria a Perugia per gli anni 1247, 1258, 1263 e a Siena, nel 1232 e  nel 1236 in cui una donna , edotta da una indovina, fu costretta a pagare entro 15 giorni 50 lire per  aver realizzato  un’immagine di cera del figliastro per ammaliarlo. In caso di mancato pagamento, l'imputata sarebbe stata dileggiata pubblicamente e bandita per sempre dal contado. Altri reati duramente puniti erano l'aborto con malia e l'utilizzo di pozioni  amatorie, mortifere o odiose (puniti con 200 lire), alle quali si applicava la pena prevista per l’omicidio se non si saldava la multaNel primo Trecento, Clemente V intensificò  la lotta contro l’eresia, imponendo all'Inquisizione la collaborazione con i vescovi. Con Giovanni XXII, papa avignonese, avido conoscitore di scienze occulte per il timore delle medesime ,  si intensificò la psicosi stregonesca che lo portò, nel 1320, a stabilire la collaborazione dell' inquisitore di Carcassone e Tolosa con i vescovi in materia di  pratiche magiche e di divinazioniNonostante questo, è bene chiarire che l' Inquisizione Medievale aveva un interesse  marginale nei confronti della stregoneria e delle divinazioni, argomenti legati più alla  superstizione che alla religione. 
Insomma, la  Chiesa interveniva solo nel caso in cui la magia sfociava nell'eresia. Sicuramente, fu  il clima della Riforma e della Controriforma a creare un interesse maggiore sull’argomento. 
In generale, i processi contro i rei di stregoneria , almeno fino al 1550 ( quando si decise di amministrarli nelle corti di giustizia secolari (cioè i tribunali dei vari regni, Stati, principati, ducati, contee e municipi) si tenevano nelle varie corti ecclesiastiche d’Europa, importanti centri religiosi di disciplina e controllo morale tra Medioevo e inizio dell' Età moderna. La distribuzione geografica e cronologica di questi processi fu estremamente irregolare: se in certe giurisdizioni ve ne furono pochissimi in altre furono giudicate migliaia di persone. Ad un graduale incremento dei processi nel Quattrocento seguì una lieve riduzione all’ inizio del Cinquecento.  Alla fine del medesimo secolo e all'inizio del successivo se ne registrò un aumento impressionante destinato ad un graduale declino tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento. E dunque si parla di ossessione europea per le streghe o caccia alle streghe in Europa. L'ossessione è spiegata in relazione alla paura così tanto  radicata nei confronti delle streghe da generare in chi le perseguiva comportamenti e ricerche  frenetiche, irrazionali o maniacali. In certi casi il numero delle streghe sospette fu così elevato, e la paura così forte, da gettare nel panico intere comunità. Si preferisce quindi parlare di caccia alle streghe perché alla base di questo meccanismo vi era il costante sforzo di stanare e soprattutto di scoprire chi fossero queste misteriose e pericolose persone. Tra autorità giudiziarie o cacciatori di professione ci si lanciava alla caccia di queste figure,  colpevoli , secondo l'opinione pubblica, di pratiche segrete ed occulte. Le streghe infatti praticavano i  maleficia, cioè i malefici effettuati ricorrendo a poteri straordinari e sovrannaturali ( uccidere una persona trafiggendo un pupazzo fatto a sua immagine, infliggere una malattia a un bimbo recitando la formula di un incantesimo, far cadere la grandine sui raccolti bruciando certe sostanze magiche, provocare un incendio collocando una spada stregata in una stanza, provocare l’impotenza di un marito ponendogli vicino una striscia di cuoio annodata più volte). 



La Strega al rogo, incisione del XVI secolo



V. DIETRO LA PSICOSI

Sin dalle origini, con la progressiva distinzione tra religione e magia, la Chiesa cristiana rifiutò ogni pratica magica poiché dettata dal volere e dall'influsso delle antiche divinità pagane. I maleficia , dunque, non potevano che essere per definizione dannosi così come lo erano le persone che li praticavano. Ricordiamo a questo punto una precisazione fondamentale sulla magia espressa da Brian P. Levack. Fermo restando che la magia risiede nella forza e nella volontà del mago  che deve invocare determinate entità per attuarla, possiamo parlare di vari tipi di pratiche volte a colpire nel bene o nel male il prossimo: abbiamo la magia nera ( i maleficia volti al male del prossimo) o i sortilegi di magia bianca ( semplici fatture volte al bene del prossimo). I contorni tra le due tipologie, ovviamente, non sono netti. In generale la magia può essere suddivisa in alta ( alchimia , divinazione, dattilomanzia, oniroscopia e tutte quelle pratiche che richiedevano una certa cultura e preparazione) o bassa ( semplici sortilegi che non richiedevano alcuna cultura particolare e potevano essere appresi oralmente).  Molti dei maleficia attribuiti alle streghe agli inizi dell’Età moderna rientrano nella magia bassa, sia perché la stragrande maggioranza delle streghe apparteneva agli strati più bassi della società, sia perché quasi tutta la magia alta era bianca ( anche questa, specie nella forma divinatoria, mal tollerata). Ricordiamo inoltre che  in quasi tutte le culture, la magia esiste ed è contemplata come credenza ma solo nel Cristianesimo i  teologi e demonologi medievali del Tardo Medioevo  riuscirono  a crearne una serie così organizzata e ben strutturata da arrivare a immaginare una nutrita setta di maghi volanti adoratori di demoni durante  orge segrete in cui si praticavano  l’infanticidio e il cannibalismo.


Sant'Agostino e il Diavolo di  Michael Pacher (1471 - 75), 
Alte Pinakothek,  Monaco

Come abbiamo detto,  la Chiesa, per questi motivi,  vide sin dall'inizio nella magia l'opera delle antiche divinità pagane. Divinità che furono osteggiate non solo per motivi politici ( ad esempio , il primo grande Imperatore della storia , Carlo Magno , non solo combatté i Sassoni politicamente ma anche in senso religioso perché nel suo iter politico l'adesione al culto cristiano , spazzando via tutti gli altri, rendeva più facilmente e politicamente controllabile il popolo assoggettato) ma anche religiosi perché quelle divinità, oltre ad essere nemiche dello Stato erano frutto di malie demoniache, erano figlie dell'opera del Diavolo. Quindi, alla lunga, fu logico relazionare l'operato delle streghe con il Diavolo, nemico soprannaturale del Dio cristiano e personificazione del male. La strega o lo stregone non solo praticavano la magia nera, ma per poterlo fare, alla base, avevano stipulato un patto col Diavolo rendendogli una sorta di omaggio. La stregoneria era perciò satanismo, il culto del Diavolo. Inoltre queste persone, coadiuvate dal maligno, risultavano estremamente pericolose per  la comunità in quanto in grado di corrompere e confondere  la brava gente cristiana o sfruttare la credulità popolare  attraverso le loro pratiche immonde. Il nesso tra magia e satanismo derivava dagli scritti dei teologi che dal IV secolo in poi avevano sempre sostenuto che la magia poteva essere eseguita solo attraverso forze demoniache. I dotti ecclesiastici accusavano inoltre  i maghi, così come gli altri eretici, di adorare il Diavolo  nel corso di grandi riunioni notturne, i sabba, dove si recavano volando. Secondo gli scolastici, durante questi incontri segreti, streghe e stregoni non solo rendevano omaggio al Diavolo, ma si dedicavano a una varietà di pratiche lascive, dissolute, infanticide e di cannibalismo che rappresentavano un sovvertimento dei principi morali della società. Costoro, capaci tra l'altro di trasformarsi in altre creature notturne attingendo alla capacità prettamente demoniaca di illudere e  confondere,  erano criminali ed eretici così tanto temuti,  percepiti come malvagi nemici della società  da essere intesi verso la fine del Quattrocento, come  gruppi di persone sempre più organizzate e minacciose , atte a colpire, a fare del male in nome di quello stesso Demonio con cui avevano contratto il patto. Prima ancora di aver effettuato il maleficium,  proprio quest'ultimo fu ritenuto prima e importantissima causa di colpevolezza insieme alla partecipazione al sabbaSi poteva esser accusati per aver effettuato malefici e per aver partecipato al sabba così come si poteva esser arrestati solo per uno dei due motivi. L'accusa di satanismo, avendo necessariamente alla base una cultura più elevata, derivava direttamente dagli studiosi, dagli avvocati, dai giudici e dai funzionari. Invece l'accusa di aver praticato  maleficia era mossa invece dagli strati più bassi, da un vicino di casa, da un compaesano. Per stanare e scoprire coloro che si macchiavano di tali crimini, si procedeva sulla base proprio di queste  accusedenunce o anche di  semplici voci. Arrestati i presunti colpevoli ( i cui nominativi erano stati segnalati ) si interrogavano per estorcergli la verità e...anche i nomi di eventuali complici. L’ultima fase della caccia si concludeva, nella maggior parte dei casi, con la condanna formale degli accusati, cui faceva seguito l’esecuzione capitale, l’esilio o la reclusione.


L'Incubo, J. H. Füssli (1790 - 91) 




VI. ALLA FINE DEL TUNNEL

Verso la fine del XVI secolo molti europei colti credevano nelle streghe e negli stregoni. 
Costoro ne ritenevano reali operato,  sortilegi, il patto con il Diavolo che li marchiava come servi fedeli, rendendoli capaci di nuocere attraverso pratiche occulte.  Si credeva che gli adoratori dell'Empio rifiutassero il Cristianesimo organizzandosi in sette . Da qui nasce il concetto cumulativo di stregoneria. Per spiegarlo  dobbiamo partire dalla credenza radicata nel  Demonio, nella possessione demoniaca  principale causa delle arti praticate dalle streghe e dagli stregoni. La connessione tra magia e patto con il Diavolo si fece più stretta tra XII e XIII secolo, in seguito alla traduzione di molti testi islamici e greci che accennavano a pratiche magiche subito condannate dai teologi.Il mago, cedendo se stesso e la sua anima al Diavolo e non a Dio , aveva commesso un crimine non perdonabile agli occhi della Chiesa. E quest'ultima ( così come le istituzioni in generale) , per far capire alla gente comune e non sempre istruita di cosa si accusavano le streghe , ricorreva  alla pubblica lettura dei capi d'imputazione. Bisogna fare una piccola precisazione. Vi erano indubbiamente individui che praticavano la magia e la caccia alle streghe  non fu un fenomeno inventato . Tuttavia gli storici devono riflettere su tali dati e riconsiderare in senso più razionale il fenomeno,  ragionando sul fatto  le ammissioni di colpevolezza potevano essere estorte tramite tortura e le accuse venivano mosse da vicini o compaesani non sempre mossi dalla paura di un reale pericolo ma spesso da ostilità personali.




Il corpo di una presunta strega viene punto per scoprire
 il marchio del diavolo. Illustrazione del XIX secolo


Ma cosa permise lo sviluppo e la trasmissione di questo fenomeno ? La caccia alle streghe  fu possibile non solo a causa del contesto storico ( la paura della Morte Nera , la  convinzione che il Diavolo operasse ed intervenisse nelle umane questioni , la Riforma , la Controriforma , i mutamenti socio economici in un mondo che con dolore partoriva l'Europa moderna e che, per il pesante clima psicologico viene ricordato come Età dell'Ansia ) ma anche   a causa della trasmissione delle idee e delle nozioni sulla stregoneria veicolate dai processi e dalla tradizione letteraria. Ad opera di giudici ed inquisitori , autori del mix composto da accuse mosse agli imputati e loro personali ossessioni e fantasie ( alimentate da nozioni teologiche e demonologiche) , si operò una vera e propria concretizzazione della figura della strega che fu poi libera di circolare in ambito comune. La strega , delineata in quel modo, faceva paura alla gente comune in quanto capace di eseguire talune pratiche. Da questa serie di teorie e immagini consolidate su streghe e stregoneria, si crearono manuali per gli inquisitori come il già citato Malleus maleficarum. Oltre questo documento, nel 1524 il magistrato pontificio Paolo Grillando compose il Tractatus de haereticis et sortilegiis ( principale fonte per sortilegi e sabba). Nel 1595 Rémy , un giudice del ducato di Lorena, scrisse il Demonolatreiae ( principale fonte di informazione sull’operato di Satana) . Nel Seicento, autorevole voce fu il Disquisitionum magicarum libri sex redatto dal gesuita spagnolo Martìn del Rio , mentre in Italia la guida più completa fu il Compendium maleficarum redatto nel 1608 dal frate milanese Francesco Maria Guazzo

Ai convinti sostenitori dell'esistenza delle streghe si opponevano  gli scettici , coloro che ad esempio non credevano alle mutazioni o al volo notturno. Entrambi gli schieramenti, a seconda per proprio pensiero, si rifacevano a fonti ben precise:

L'asino d’oro di Apuleio ( I secolo d.C);

Le Odi di Orazio ( primi del I sec. d.C);

Il Canon Episcopi;

Scritti umanistici del Rinascimento;

Il De praestigiis daemonum (1563) e il De lamiis (1582) di Johann Weyer.

I primi due libri contribuirono a creare lo stereotipo della strega non considerandola allo stesso tempo un  un pericolo reale. Sulla  fasulla esistenza delle streghe si espresse lungamente il Canon Episcopi. Gli scritti umanistici di filosofi e dotti rincararono il concetto dell'inesistenza di fenomeni soprannaturali e infine le opere di Weyer sottolinearono come le presunte streghe altro non fossero che donne ignoranti affette dal disturbo dell'utero o melancolia


Il Sabba delle streghe, F. Goya, 1821-23, Museo del Prado, Madrid


Al di là degli scettici, delle disquisizioni tra dotti sulla reale esistenza del fenomeno, la caccia alle streghe fu assolutamente reale e tangibile. Agli storici l'arduo compito di ricostruirne la portata. Per ricostruirla  bisogna tener conto del numero delle persone processate ( non tutti effettivamente condotte a giudizio) che quello di coloro che furono giustiziati realmente. Il numero reale, gonfiato dai cacciatori di streghe, non è ben definibile e le persone processate in Europa molto probabilmente non superano le 90.000 unità. Circa la metà di costoro viveva in territori germanici, molti altri vivano in Svizzera. In Francia e in Polonia forse le persone processate non superarono le 3.000 unità mentre in Boemia, Ungheria, Transilvania e Russia il numero fu più basso. Nell'Europa mediterranea, come Italia e Spagna , i processi furono orientativamente 10.000, conclusi in piccola parte con la condanna a morte degli accusati. A proposito delle condanne a morte, il vero orrore di questa faccenda fu proprio nel numero considevole delle condanne a morte per un totale di 45.000 esecuzioni a fronte di 90.000 processi. 
Il sistema inquisitorio , varato e perfezionato  tra XIII e il XVI , si avvalse della tortura interrogativa  come metodo di estorsione della verità . Ovviamente tal pratica era regolata da norme che ne stabilivano le modalità e l'uso così come, durante i processi, era ampiamente consentito l'interrogatorio tendenzioso. Anche il pubblico linciaggio era ammesso. "La fase più acuta della caccia alle streghe terminò solo quando la magistratura e i giudici si resero conto che stavano mandando al rogo persone innocenti...". In generale la caccia alle streghe in Europa non fu un fenomeno condotto in maniera unitaria in tutta Europa, nè presente in ogni sua zona. Infatti,  affinchè si scatenasse la  caccia alle streghe bisognava che la comunità interessata e le sue autorità credessero nelle streghe e ne conoscessero le pratiche, munendosi di quelle leggi atte a scoprirle e a punirle. Come abbiam detto, tutto partiva da una denuncia  dal basso ( a volte mossa per reale timore o pericolo a volte per odio e rivalità verso terzi) o  dall'alto ( spesso gli stessi giudici pungolavano la popolazione per scoprire presunti casi di possessione). Una volta avviata la caccia, i magistrati assumevano il pieno controllo della situazione procedendo secondo processi individuali ricerche su media o grande scala ( per stanare eventuali  complici)  colpevoli  della diffusione di un greve clima psicologico ed emotivo nelle comunità sotto indagine. Questo clima generava spesso reazioni come l'isteria di massa , colpevole a sua volta di far andar avanti la caccia ad oltranza. Nonostante questo, la ricerca di vere o presunte streghe non durava all'infinito : le cacce più brevi duravano qualche mese, quelle più lunghe, in media,  dai due ai quattro anni.  

L'isteria, la paura  e la mania alla base della caccia alle streghe, tra   XVII e XVIII secolo furono spazzate via dal nuovo clima culturale ( le nuove scoperte scientifiche e filosofiche, le nuove norme procedurali nei processi per stregoneria, una migliore situazione sociale ed economica ) che rese possibile la diminuzione dei processi e delle esecuzioni per stregoneria fino a farli cessare del tutto. Tale declino  fu accompagnato da una crescente riluttanza a processare le streghe e gli stregoni, dall’ assoluzione di molti incriminati, dall’ annullamento delle condanne nei processi di appello, e infine dall’ abrogazione delle leggi che avevano autorizzato i procedimenti giudiziari. 
E del resto, come giustamente affermò Voltaire: "Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle".



Vi lascio con un interessante consiglio di lettura:
Streghe di Grado Giovanni Merlo, Ed. Il Mulino, 2011.
Il saggio, scorrevole e godibilissimo, vi illustrerà le modalità giuridiche ed inquisitorie adottate nei confronti di un gruppo di presunte streghe vissute verso la fine del XV secolo  in alcuni comuni piemontesi come Gambasca e Rifreddo. 


Bibliografia:

 B.P. Levack,  La caccia alle streghe in Europa, Ed. Laterza, 2012
H. Institor , J. Sprenger ( introduzione di A. Verdiglione) , Il Martello delle streghe. La sessualità femminile nel “
transfert” degli inquisitori , Ed. Spirali, 2003
M. Montesano, Streghe. Le origini, il mito e la storia, Giunti, 1996


Siti consultati:
Inquisizione Medievale stregoneria e superstizione (zweilawyer.com)


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