Streghe
"La ragione naturale è che essa è più carnale dell'uomo , come risulta in molte sporcizie carnali. Si può notare che è come un difetto nella formazione della prima donna , perchè essa è stata fatta con una costola curva , cioè una costola del petto ritorta come se fosse contraria all'uomo . Da questo difetto deriva anche il fatto che, in quanto animale imperfetto, la donna inganna sempre."
Frontespizio di un'edizione del Malleus maleficarum del 1669 |
I. INTRODUZIONE
Tortura e rogo di streghe, miniatura del XIV secolo |
In generale, alla fine del Cinquecento l’apparato giuridico contro il reato di stregoneria era ormai formato in via definitiva. Alla trattatistica si unì il diffondersi dei processi in Europa (specialmente nell'area tedesca del Sacro Romano Impero) schematicamente sviluppati in tre fasi differenti:
- un diffondersi sporadico di processi e condanne capitali che termina intorno al 1550-1560;
- un incremento notevole tra quest’epoca e il 1660, fase che costituisce l’apice della caccia alle streghe in Europa;
- una diminuzione generalizzata dei processi fino alla metà del XVIII secolo.
In generale, i processi contro i rei di stregoneria , almeno fino al 1550 ( quando si decise di amministrarli nelle corti di giustizia secolari (cioè i tribunali dei vari regni, Stati, principati, ducati, contee e municipi) si tenevano nelle varie corti ecclesiastiche d’Europa, importanti centri religiosi di disciplina e controllo morale tra Medioevo e inizio dell' Età moderna. La distribuzione geografica e cronologica di questi processi fu estremamente irregolare: se in certe giurisdizioni ve ne furono pochissimi in altre furono giudicate migliaia di persone. Ad un graduale incremento dei processi nel Quattrocento seguì una lieve riduzione all’ inizio del Cinquecento. Alla fine del medesimo secolo e all'inizio del successivo se ne registrò un aumento impressionante destinato ad un graduale declino tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento. E dunque si parla di ossessione europea per le streghe o caccia alle streghe in Europa. L'ossessione è spiegata in relazione alla paura così tanto radicata nei confronti delle streghe da generare in chi le perseguiva comportamenti e ricerche frenetiche, irrazionali o maniacali. In certi casi il numero delle streghe sospette fu così elevato, e la paura così forte, da gettare nel panico intere comunità. Si preferisce quindi parlare di caccia alle streghe perché alla base di questo meccanismo vi era il costante sforzo di stanare e soprattutto di scoprire chi fossero queste misteriose e pericolose persone. Tra autorità giudiziarie o cacciatori di professione ci si lanciava alla caccia di queste figure, colpevoli , secondo l'opinione pubblica, di pratiche segrete ed occulte. Le streghe infatti praticavano i maleficia, cioè i malefici effettuati ricorrendo a poteri straordinari e sovrannaturali ( uccidere una persona trafiggendo un pupazzo fatto a sua immagine, infliggere una malattia a un bimbo recitando la formula di un incantesimo, far cadere la grandine sui raccolti bruciando certe sostanze magiche, provocare un incendio collocando una spada stregata in una stanza, provocare l’impotenza di un marito ponendogli vicino una striscia di cuoio annodata più volte).
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Sant'Agostino e il Diavolo di Michael Pacher (1471 - 75), Alte Pinakothek, Monaco |
Come abbiamo detto, la Chiesa, per questi motivi, vide sin dall'inizio nella magia l'opera delle antiche divinità pagane. Divinità che furono osteggiate non solo per motivi politici ( ad esempio , il primo grande Imperatore della storia , Carlo Magno , non solo combatté i Sassoni politicamente ma anche in senso religioso perché nel suo iter politico l'adesione al culto cristiano , spazzando via tutti gli altri, rendeva più facilmente e politicamente controllabile il popolo assoggettato) ma anche religiosi perché quelle divinità, oltre ad essere nemiche dello Stato erano frutto di malie demoniache, erano figlie dell'opera del Diavolo. Quindi, alla lunga, fu logico relazionare l'operato delle streghe con il Diavolo, nemico soprannaturale del Dio cristiano e personificazione del male. La strega o lo stregone non solo praticavano la magia nera, ma per poterlo fare, alla base, avevano stipulato un patto col Diavolo rendendogli una sorta di omaggio. La stregoneria era perciò satanismo, il culto del Diavolo. Inoltre queste persone, coadiuvate dal maligno, risultavano estremamente pericolose per la comunità in quanto in grado di corrompere e confondere la brava gente cristiana o sfruttare la credulità popolare attraverso le loro pratiche immonde. Il nesso tra magia e satanismo derivava dagli scritti dei teologi che dal IV secolo in poi avevano sempre sostenuto che la magia poteva essere eseguita solo attraverso forze demoniache. I dotti ecclesiastici accusavano inoltre i maghi, così come gli altri eretici, di adorare il Diavolo nel corso di grandi riunioni notturne, i sabba, dove si recavano volando. Secondo gli scolastici, durante questi incontri segreti, streghe e stregoni non solo rendevano omaggio al Diavolo, ma si dedicavano a una varietà di pratiche lascive, dissolute, infanticide e di cannibalismo che rappresentavano un sovvertimento dei principi morali della società. Costoro, capaci tra l'altro di trasformarsi in altre creature notturne attingendo alla capacità prettamente demoniaca di illudere e confondere, erano criminali ed eretici così tanto temuti, percepiti come malvagi nemici della società da essere intesi , verso la fine del Quattrocento, come gruppi di persone sempre più organizzate e minacciose , atte a colpire, a fare del male in nome di quello stesso Demonio con cui avevano contratto il patto. Prima ancora di aver effettuato il maleficium, proprio quest'ultimo fu ritenuto prima e importantissima causa di colpevolezza insieme alla partecipazione al sabba. Si poteva esser accusati per aver effettuato malefici e per aver partecipato al sabba così come si poteva esser arrestati solo per uno dei due motivi. L'accusa di satanismo, avendo necessariamente alla base una cultura più elevata, derivava direttamente dagli studiosi, dagli avvocati, dai giudici e dai funzionari. Invece l'accusa di aver praticato maleficia era mossa invece dagli strati più bassi, da un vicino di casa, da un compaesano. Per stanare e scoprire coloro che si macchiavano di tali crimini, si procedeva sulla base proprio di queste accuse, denunce o anche di semplici voci. Arrestati i presunti colpevoli ( i cui nominativi erano stati segnalati ) si interrogavano per estorcergli la verità e...anche i nomi di eventuali complici. L’ultima fase della caccia si concludeva, nella maggior parte dei casi, con la condanna formale degli accusati, cui faceva seguito l’esecuzione capitale, l’esilio o la reclusione.
L'Incubo, J. H. Füssli (1790 - 91) |
VI. ALLA FINE DEL TUNNEL
Verso la fine del XVI secolo molti europei colti credevano nelle streghe e negli stregoni. Costoro ne ritenevano reali operato, sortilegi, il patto con il Diavolo che li marchiava come servi fedeli, rendendoli capaci di nuocere attraverso pratiche occulte. Si credeva che gli adoratori dell'Empio rifiutassero il Cristianesimo organizzandosi in sette . Da qui nasce il concetto cumulativo di stregoneria. Per spiegarlo dobbiamo partire dalla credenza radicata nel Demonio, nella possessione demoniaca principale causa delle arti praticate dalle streghe e dagli stregoni. La connessione tra magia e patto con il Diavolo si fece più stretta tra XII e XIII secolo, in seguito alla traduzione di molti testi islamici e greci che accennavano a pratiche magiche subito condannate dai teologi.Il mago, cedendo se stesso e la sua anima al Diavolo e non a Dio , aveva commesso un crimine non perdonabile agli occhi della Chiesa. E quest'ultima ( così come le istituzioni in generale) , per far capire alla gente comune e non sempre istruita di cosa si accusavano le streghe , ricorreva alla pubblica lettura dei capi d'imputazione. Bisogna fare una piccola precisazione. Vi erano indubbiamente individui che praticavano la magia e la caccia alle streghe non fu un fenomeno inventato . Tuttavia gli storici devono riflettere su tali dati e riconsiderare in senso più razionale il fenomeno, ragionando sul fatto le ammissioni di colpevolezza potevano essere estorte tramite tortura e le accuse venivano mosse da vicini o compaesani non sempre mossi dalla paura di un reale pericolo ma spesso da ostilità personali.
Il corpo di una presunta strega viene punto per scoprire il marchio del diavolo. Illustrazione del XIX secolo |
Ma cosa permise lo sviluppo e la trasmissione di questo fenomeno ? La caccia alle streghe fu possibile non solo a causa del contesto storico ( la paura della Morte Nera , la convinzione che il Diavolo operasse ed intervenisse nelle umane questioni , la Riforma , la Controriforma , i mutamenti socio economici in un mondo che con dolore partoriva l'Europa moderna e che, per il pesante clima psicologico viene ricordato come Età dell'Ansia ) ma anche a causa della trasmissione delle idee e delle nozioni sulla stregoneria veicolate dai processi e dalla tradizione letteraria. Ad opera di giudici ed inquisitori , autori del mix composto da accuse mosse agli imputati e loro personali ossessioni e fantasie ( alimentate da nozioni teologiche e demonologiche) , si operò una vera e propria concretizzazione della figura della strega che fu poi libera di circolare in ambito comune. La strega , delineata in quel modo, faceva paura alla gente comune in quanto capace di eseguire talune pratiche. Da questa serie di teorie e immagini consolidate su streghe e stregoneria, si crearono manuali per gli inquisitori come il già citato Malleus maleficarum. Oltre questo documento, nel 1524 il magistrato pontificio Paolo Grillando compose il Tractatus de haereticis et sortilegiis ( principale fonte per sortilegi e sabba). Nel 1595 Rémy , un giudice del ducato di Lorena, scrisse il Demonolatreiae ( principale fonte di informazione sull’operato di Satana) . Nel Seicento, autorevole voce fu il Disquisitionum magicarum libri sex redatto dal gesuita spagnolo Martìn del Rio , mentre in Italia la guida più completa fu il Compendium maleficarum redatto nel 1608 dal frate milanese Francesco Maria Guazzo.
Ai convinti sostenitori dell'esistenza delle streghe si opponevano gli scettici , coloro che ad esempio non credevano alle mutazioni o al volo notturno. Entrambi gli schieramenti, a seconda per proprio pensiero, si rifacevano a fonti ben precise:
L'asino d’oro di Apuleio ( I secolo d.C);
Le Odi di Orazio ( primi del I sec. d.C);
Il Canon Episcopi;
Scritti umanistici del Rinascimento;
Il De praestigiis daemonum (1563) e il De lamiis (1582) di Johann Weyer.
I primi due libri contribuirono a creare lo stereotipo della strega non considerandola allo stesso tempo un un pericolo reale. Sulla fasulla esistenza delle streghe si espresse lungamente il Canon Episcopi. Gli scritti umanistici di filosofi e dotti rincararono il concetto dell'inesistenza di fenomeni soprannaturali e infine le opere di Weyer sottolinearono come le presunte streghe altro non fossero che donne ignoranti affette dal disturbo dell'utero o melancolia.
Il Sabba delle streghe, F. Goya, 1821-23, Museo del Prado, Madrid |
Al di là degli scettici, delle disquisizioni tra dotti sulla reale esistenza del fenomeno, la caccia alle streghe fu assolutamente reale e tangibile. Agli storici l'arduo compito di ricostruirne la portata. Per ricostruirla bisogna tener conto del numero delle persone processate ( non tutti effettivamente condotte a giudizio) che quello di coloro che furono giustiziati realmente. Il numero reale, gonfiato dai cacciatori di streghe, non è ben definibile e le persone processate in Europa molto probabilmente non superano le 90.000 unità. Circa la metà di costoro viveva in territori germanici, molti altri vivano in Svizzera. In Francia e in Polonia forse le persone processate non superarono le 3.000 unità mentre in Boemia, Ungheria, Transilvania e Russia il numero fu più basso. Nell'Europa mediterranea, come Italia e Spagna , i processi furono orientativamente 10.000, conclusi in piccola parte con la condanna a morte degli accusati. A proposito delle condanne a morte, il vero orrore di questa faccenda fu proprio nel numero considevole delle condanne a morte per un totale di 45.000 esecuzioni a fronte di 90.000 processi.
Il sistema inquisitorio , varato e perfezionato tra XIII e il XVI , si avvalse della tortura interrogativa come metodo di estorsione della verità . Ovviamente tal pratica era regolata da norme che ne stabilivano le modalità e l'uso così come, durante i processi, era ampiamente consentito l'interrogatorio tendenzioso. Anche il pubblico linciaggio era ammesso. "La fase più acuta della caccia alle streghe terminò solo quando la magistratura e i giudici si resero conto che stavano mandando al rogo persone innocenti...". In generale la caccia alle streghe in Europa non fu un fenomeno condotto in maniera unitaria in tutta Europa, nè presente in ogni sua zona. Infatti, affinchè si scatenasse la caccia alle streghe bisognava che la comunità interessata e le sue autorità credessero nelle streghe e ne conoscessero le pratiche, munendosi di quelle leggi atte a scoprirle e a punirle. Come abbiam detto, tutto partiva da una denuncia dal basso ( a volte mossa per reale timore o pericolo a volte per odio e rivalità verso terzi) o dall'alto ( spesso gli stessi giudici pungolavano la popolazione per scoprire presunti casi di possessione). Una volta avviata la caccia, i magistrati assumevano il pieno controllo della situazione procedendo secondo processi individuali e ricerche su media o grande scala ( per stanare eventuali complici) colpevoli della diffusione di un greve clima psicologico ed emotivo nelle comunità sotto indagine. Questo clima generava spesso reazioni come l'isteria di massa , colpevole a sua volta di far andar avanti la caccia ad oltranza. Nonostante questo, la ricerca di vere o presunte streghe non durava all'infinito : le cacce più brevi duravano qualche mese, quelle più lunghe, in media, dai due ai quattro anni.
Il saggio, scorrevole e godibilissimo, vi illustrerà le modalità giuridiche ed inquisitorie adottate nei confronti di un gruppo di presunte streghe vissute verso la fine del XV secolo in alcuni comuni piemontesi come Gambasca e Rifreddo.
Bibliografia:
B.P. Levack, La caccia alle streghe in Europa, Ed. Laterza, 2012
H. Institor , J. Sprenger ( introduzione di A. Verdiglione) , Il Martello delle streghe. La sessualità femminile nel “transfert” degli inquisitori , Ed. Spirali, 2003
M. Montesano, Streghe. Le origini, il mito e la storia, Giunti, 1996
Siti consultati:
Inquisizione Medievale stregoneria e superstizione (zweilawyer.com)
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