Jeanne la Pucelle
Si trattò di un lungo conflitto , ben 116 anni, dal 1337 / 1338 al 1453. Le nazioni contendenti furono la Francia e l' Inghilterra che vi giunsero con dei precedenti, in quanto, fino a quel momento, tra loro, non aveva mai corso buon sangue sia per motivi dinastici che territoriali1 La Francia contava una ventina di milioni di abitanti all'epoca, l'Inghilterra, invece, ne aveva poco più di quattro.I francesi erano famosi per la forte cavalleria . Gli inglesi potevano contare anche sulla fanteria, abile nel maneggiare le lance come se fossero picche e nel muoversi sui terreni scabri e accidentati, spesso resi dalla pioggia pesanti e fangosi. Contavano inoltre su abilissimi arcieri (i bowmen armati dei loro archi lunghi , gli yeomen e freeholders). Il contemporaneo cronista Froissart descrivendo un tipico attacco inglese, ricorda a tal proposito un cielo di battaglia bianco di frecce, come per una terribile nevicata. E , nel mentre la cavalleria francese vi soccombeva sotto , disperdendosi disordinata, incapace di ripiegare disciplinata e a sangue freddo, gli inglesi rimontavano in sella e, appoggiati da reparti fin allora tenuti in riserva, piombavano su di loro per il colpo di grazia. Grazie a costoro l'Inghilterra riuscì a sbaragliare i balestrieri francesi e anche gli ottimi mercenari genovesi riuscendo ad ottenere vittorie schiaccianti in importanti battaglie ( come Calais , Crécy , Poitiers e Azincourt) .
I
Il periodo storico in cui visse Giovanna
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Dall'alto a sinistra in senso orario: le battaglie di: La Rochelle, Azincourt, Patay e infine Giovanna d'Arco durante l'assedio di Orléans |
Parigi, notte del 23 novembre 1407: Luigi d'Orléans viene assassinato.
E indovinate di chi era la colpa?
Ovviamente di Giovanni che al funerale del cugino Luigi aveva ostentato grande e composto dolore. Nel frattempo ci si era messi alla ricerca del colpevole e le indagini portarono dritte all' Hotel d'Artois dove il borgognone teneva nascosti gli assassini del duca d'Orléans . Giovanni essendo in odore di scoperta, prima conferì con lo zio Giovanni di Berry confessandogli di aver fatto uccidere il cugino ma per istigazione del Demonio , quindi se ne fuggì al sicuro nelle Fiandre ordinando di scrivere un primo memoriale redatto in un secondo tempo dal grande dotto in teologia Jean Petit , colui che lo declamò pubblicamente l'8 marzo del 1408 all'Hòtel de Saint-Poi dinanzi al Consiglio, screditando il defunto Luigi descritto come un tiranno .
Il successivo 11 settembre, l'abate Thomas de Cerisy presentò una controdimostrazione unita ad una serie di critiche pubbliche dalla parte rivale. Riprese così la contesa tra armagnacchi 5 e borgognoni . Giovanni Senza Paura decise a questo punto di risolvere la situazione liberando il regno dall'incapace Carlo VI sollecitando Enrico V d'Inghilterra , della dinastia Lancaster ormai ascesa al trono britannico, a riprendersi il trono di Francia pretendendo la mano di Caterina di Valois, figlia del sovrano francese. E da qui la guerra riprese, gravando fiscalmente sui più deboli, vessati dalle scorrerie dei mercenari, in un clima di instabilità politica, religiosa, sanitaria ( la peste) , economica e sociale , che eccitava la paura della popolazione con il ritorno di antiche e nuove superstizioni , attenta alle voci che parlavano di sogni, di visioni, di apparizioni demoniache, di mostri e di prodigi.
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Ritratto
di Giovanna d'Arco, dal registro del Parlamento di Parigi (1429) tenuto da Clément de Fauquembergue |
Giovanna non era figlia di sprovveduti né lo era lei stessa. Era perfettamente conscia del periodo complesso che stava vivendo , sapeva benissimo della diatriba tra Francia e Inghilterra e di come il suo re si sia appena incoronato re di Francia. Era inoltre una ragazza molto religiosa: andava sempre a messa, non solo la domenica e si confessava più volte, non solo nella canonica Pasqua. Per questo comportamento era molto ammirata dagli adulti del suo villaggio , un po' meno dai suoi coetanei che preferivano il gioco alle attività religiose. Qualcuno ne parlava anche male, definendola santarellina .
A tredici anni Giovanna iniziò a sentire le voci...e all'inizio ne ebbe logicamente paura.
Dato che veniva da destra, dalla chiesa, Giovanna realizzò che doveva essere necessariamente quella di Dio. E Dio le diceva di fare la brava bambina così come, ormai adulta , di salvare nel suo nome la Francia. Giovanna iniziò a sentir voci ogni giorno e alla fine, prese la sua decisione. Era ancora una ragazzina quando decise di scappar di casa la prima volta per dirigersi nella vicina Vaucouleurs , presso la guarnigione francese al comando di un capitano del Delfino . Dio l'ha mandata per salvare la Francia. Ovviamente il capitano non le diede credito e chiamò la famiglia per riportarla a casa. Ma la ragazza non si perse d'animo preoccupando i familiari in quanto dimostrò di avere tutta l'intenzione di scappare di nuovo. Non sapendo ancora nulla della missione divina della figlia, erano terrorizzati all'idea di veder la ragazza perdere l'onore al seguito dei soldati sulla scia di tante altre ragazze che eccitate dal fascino della divisa lo avevano fatto in precedenza:
E con Giovanna, avrebbero perso rispettabilità anche loro investiti dall'onta ricaduta sulla figlia.
Grazie agli sforzi economici del suo villaggio, la ragazza ottenne una armatura maschile. Vestita e acconciata da uomo , partì alla volta della Loira per incontrare il Delfino scortata da alcuni uomini del capitano di Vaucoulers. Vi giungerà undici giorni dopo, conscia dell'assedio inglese di Orléans , per annunciare al sovrano che in nome di Dio salverà la Francia.
Ovviamente il Delfino, prima di darle fiducia, radunò una nutrita équipe di teologi, sapienti e dotti che esaminarono la ragazza e ne constatarono anche la verginità . La Pucelle non aveva avuto ancora il suo primo ciclo. Cosa che stupì in positivo i dotti dell'epoca che si convinsero definitivamente della sua purezza e onestà, della sua religiosità , del suo vivere senza eccessi. La Pucelle pregava e mangiava pochissimo. Era davvero santa.
Per ordine del re di Francia vien fatta propaganda: dovunque si acclamava Giovanna, salvezza del regno proprio come narrato in una antica profezia secondo cui una giovane della Lorena avrebbe salvato la nazione.
Quella giovane era lei. E dunque le danno un cavallo , le insegnano a cavalcare e la equipaggiano di una armatura costosissima, da principe. Il re le concesse persino una stemma composto da due gigli d’oro , i gigli reali di Francia, con una una spada che regge una corona su fondo azzurro.
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Lo stemma di Jeanne: la corona francese si regge sulla sua spada |
Giovanna era pronta per entrare in azione.
Si preparò a marciare alla guida dell’esercito su Orléans inviando il 22 marzo 1429 la prima delle lettere pubbliche che rivolse al re bambino Enrico VI e al reggente duca di Bedford. Si rivolse anche ai mercenari e a tutti coloro che parteggiano per gli inglesi rei di aver preso le chiavi di tutte le città che hanno violentato in Francia. Chiavi che devono essere restituite alla pulzella che è mandata qui da Dio, il re del cielo. La giovane intima al re d’Inghilterra, che se non farà come richiesto ,se non richiamerà per sempre i suoi uomini lei li farà andar via, che vogliano o che non vogliano, e se non vogliono obbedire li farò ammazzare tutti. Io sono qui mandata da Dio, il re del cielo, il mio corpo al posto del suo, per buttarvi fuori da tutta la Francia. Gli inglesi la ricevono, le fanno sapere che la bruceranno perché è solo una sgualdrina.
E Giovanna attaccò. In pochi mesi , durante l'assedio, fu ferita
quattro volte. Ma poco importava perché alla fine vinse, espugnò la città e vi entrò trionfante al fianco del Delfino, acclamata dalla folla.
Gli inglesi tentarono di contrattaccare ma Giovanna li sconfisse a Patay il 18 giugno 1429.
Con il Delfino il 16 luglio Giovanna varcò le porte di Reims e qui nella cattedrale Carlo VII viene eletto re di Francia. In tre mesi da maggio a luglio Giovanna cambiò le sorti
della guerra. In quei mesi la raggiunsero i fratelli e potè contare su una piccola corte di oneste cameriere con le quali passava la maggior parte del tempo tempo. Certo, lo trascorreva anche con i suoi commilitoni maschi ma sempre con moderazione. Ella ricercava la purezza e mal tollerava la presenza di prostitute nel campo che spesso cacciava a spada sguainata.
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Febbraio 1429 : Govanna d'Arco incontra Carlo VII a Chinon, miniatura del XV secolo, Archivio/Henry Gutman |
Dagli onori, la sua storia, era destinata a capitolare nel buio.
Il Delfino, avendo ottenuto la corona, dimostrò di non aver più interesse a continuare la guerra cosa sulla quale insisteva Giovanna, diventando ai suoi occhi sempre più fastidiosa. Si provò a prendere Parigi ma senza successo . Poi Compiègne contro i Borgognoni, dove Giovanna fu catturata in attesa di essere passata agli Inglesi.
Nel frattempo passò la prigionia presso il maniero del conte di Lussemburgo, un vassallo del duca di
Borgogna, attorniata dalle donne della famiglia che la trattarono bene. Alla fine gli Inglesi la reclamarono : Giovanna fu condotta in Normandia per essere processata dalla Chiesa fedele alla corona inglese. Sarà Cauchon, vescovo di Beauvais a interrogarla insieme ad una squadra di teologi. Si raccolgono informazioni e testimonianze sulla fanciulla e, alla fine il capo di accusa si fa sempre più chiaro: eresia.
Ed è qui che entrò in campo l’Inquisizione. Il processo di Giovanna non era di semplice conduzione, si necessitò infatti della collaborazione di molti sapienti , alcuni dei quali riluttanti nello sporcarsi le mani che decisero di restare in virtù delle minacce ricevute.
I processi dell'Inquisizione, infatti, erano volti a far confessare l'imputato e a costringerlo a chiedere pietà ed abiurare i suoi peccati, veri o presunti che fossero perchè la Chiesa aveva sempre ragione . Dunque un avvocato difensore non era necessario e non lo fu neanche nel caso di Giovanna che fu ripetutamente interrogata con il solo scopo di incastrarla.
Ma questo Giovanna lo sapeva bene e riuscì a tener testa a quei sapienti.
E come scrive il professor Barbero: qui accade qualcosa che ha lasciato stupefatti tutti gli studiosi
di questo processo, perché sembra quasi che Giovanna conosca il
diritto canonico e che si difenda sulla base delle irregolarità che
commettono i suoi giudici. Quando le chiedono di giurare sul Vangelo,
è come se Giovanna sapesse che non hanno il diritto di
chiederglielo, e risponde: ma io non so ancora che domande mi farete,
come faccio a giurarvi che dirò la verità? Potreste chiedermi delle
cose che non voglio dirvi, potreste chiedermi delle cose che mi ha
rivelato Dio nelle visioni e mi ha proibito di rivelare, e io non
posso spergiurare a Dio per giurare a voi. Potreste chiedermi delle
cose che il mio re mi ha confidato in segreto ordinandomi di non
rivelarle a nessuno. Io giuro, se proprio volete, che se mi
interrogherete in materia di fede, se mi interrogherete sulle mie
credenze, dirò la verità: su tutto il resto mi riservo di mentire.E i giudici, dopo innumerevoli discussioni, accettano, perché non
possono fare diversamente.
Più volte pretenderà la rilettura del verbale stanando nella scrittura più errori, più distorsioni del suo dire, arrivando a correggere quei dotti ,costringendoli a correggere quanto vergato.
In tutto questo Giovanna era ancora vestita da uomo...ma se si vestirà da donna
quei teologi le faranno sentir messa, diritto negato agli eretici. Dunque le inviarono il sarto in cella ma costui nel
prenderle le misure la tocca un po’ troppo e lei gli molla un ceffone. Sparisce il sarto e con lui il suo abito. Continuano gli interrogatori e i tentativi di distorcere le sue deposizioni. E' chiaro che vogliono incastrarla per stregoneria, per eresia per aver dato retta a demoni guerrafondai. Giovanna resisteva, si rifiutava di fermare un verbale distorto e nonostante la minaccia di tortura rimase salda nelle sue convinzioni. Portata in piazza, a Rouen, di fronte al rogo che aspettava solo lei per essere acceso, in seguito alle impellenti minacce di morte decise di firmare il verbale, forse perché secondo la testimonianza di uno dei tre medici che l'avevano assistita , le avrebbero concesso la libertà. Cosa certa è che Giovanna firmò nel diniego generale delle autorità inglesi presenti adirate contro i giudici colpevoli di non averla incastrata.
La sentenza , a quel punto, prevedeva l'ergastolo per Giovanna, non la morte . Ed infatti inizialmente la ragazza fu condotta in carcere con addosso abiti da donna...E poi accadde qualcosa di misterioso.
Forse a causa delle minacce di violenza sessuale da parte di alcuni carcerieri, Giovanna, non si sa come, riuscì a recuperare degli abiti maschili.
Era una trappola.
Al processo aveva abiurato quel modus operandi offensivo per la Chiesa giurando di non adottarlo mai più. Il 29 maggio il tribunale emise per la relapsa, cioè la recidiva, la condanna a morte e il giorno dopo la conduissero al rogo. Anche se eretica , la Pucelle ebbe ugualmente diritto alla confessione e alla comunione. Le cronache raccontano che la folla, giudici compresi, piansero nel vederla su quel rogo imponente che acceso, la uccise quasi subito per soffocamento. Spento il il rogo , accertatisi della reale morte della ragazza, lo riaccesero poco dopo per bruciarne e disperderne le ceneri. Così
moriva Giovanna d'Arco, dopo un lungo, estenuante processo durato
cinque mesi. Il collegio giudicante arrivò a coinvolgere
centotrentuno fra prelati, dottori e sapienti universitari.
Dal processo riusciamo a delineare il contesto in cui Giovanna visse reso chiaro anche dalle sue deposizioni . Deposizioni che i dotti cercavano di avvelenare con false dichiarazioni più volte corrette dalla
fanciulla. Interrogata su vari argomenti, la ragazza ricorderà la
fedeltà della sua Domrémy al Delfino e il desiderio , se fosse
piaciuto a Dio, di veder tagliare la testa ad un compaesano
filoborgognone. Narrerà con estrema chiarezza il tempo che ha
vissuto, quel tempo che le sembrava interminabile come può
esserlo a una donna incinta ,
parlerà delle voci che sentiva, della giustezza della sua missione.
E verrà accusata di eresia,
di stregoneria
e di vanagloria
per quello stesso stemma
concessole dal sovrano , per la benevolenza
dei popolani di cui si
sarebbe inorgoglita. Popolani molti dei quali le avrebbero chiesto
di far madrina ai loro
figli o alle loro figlie . Verrà accusata di essersi vestita da uomo e di essere stata istigata
da demoni guerrafondai,
di aver brandito la spada che lei non aveva mai utilizzato perché, come affermò: non
ho mai versato sangue . Il processo fu ordito per incastrarla. Ed infatti, qualche giorno il boia che ne aveva curato l'esecuzione, disse al suo confessore: io lo so che facendo
questa esecuzione mi sono dannato.
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La firma di Giovanna. Analfabeta, era l'unica parola che sapeva scrivere |
1 Nel 1066 con l'unificazione del trono anglosassone da parte di Guglielmo duca di Normandia , il sovrano si ritrovava ad essere non pari ma vassallo nei confronti di quello di Francia. Anni dopo, nel 1154 , quando sul trono d'Inghilterra salirono i Plantageneti in veste dei duchi d'Angiò, il nuovo re Enrico II sposò Eleonora d'Aquitania precedentemente ripudiata da Luigi VII re di Francia che divenne a vario titolo signore di gran parte del territorio francese. L'ingerenza inglese in terra francese che negli anni si era creata , fu ridimensionata tra la fine del XII secolo e i primi anni del XIII, partendo in primis dalle iniziative di Filippo II Augusto, tramite trattati, matrimoni, e guerre come quella di Bouvines nel 1214. Insomma, grazie ai sovrani del Duecento, soprattutto Luigi IX il Santo, l'influenza politica inglese fu ulteriormente ridotta.
2 Edoardo III aveva adottato come sua insegna una croce rossa su fondo d'argento , simbolo per eccellenza della guerra Santa, attribuita al Santo cavaliere per eccellenza, Giorgio, nonché di leggendaria memoria avendo Galaad uno scudo argenteo rossocrociato.
3 Durante le Crociate, a Necopoli nel 1 396 si era buttato a corpo morto sull'avversario turco
4 Soffriva di schizofrenia e crisi maniaco - depressive
5 Chiamati così in virtù di Giovanni I d' Armagnac, suocero del nuovo duca d' Orléans Carlo, figlio dell'ucciso.
Bibliografia:
A.Barbero, Donne, madonne, mercanti e cavalieri. Sei storie medievali, Ed. Laterza,2013
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