San Nicola tra spiritualità e commercio

 

Veduta della Basilica di San Nicola, Bari, Puglia



Santo patrono di Bari, fu vescovo di Myra al tempo di Costantino (306 - 337 d. C.).
La sua fama crebbe tra l’VIII e il IX secolo : nell’Occidente latino per merito del diacono napoletano Giovanni verso l’890 d.C, mentre nel mondo greco in virtù degli scritti dell' agiografo bizantino Simeone Metafraste (X secolo).
Nicola è conosciuto e venerato in Grecia, in Germania, in Moldavia, in Prussia, in Polonia, in Slovenia, in Albania, Cecoslovacchia e Croazia. In Istria e a Trieste il vescovo di Myra è il protettore degli studenti i quali sono obbligati a far festa per onorarlo nel suo giorno : «San Nicolò de Bari, la festa dei scolari , se i scolari no vol far festa , San Nicolò ghe taja la testa » .
La generosità di San Nicola è nota ovunque, fino alla Russia, persino in Inghilterra dove il suo culto si diffuse prima del 1066, prima cioè della battaglia di Hastings grazie alla predicazione di numerosi vescovi inglesi tra X e XI secolo come Wulfstan di Worcester .
Anche in Normandia è attestata la sua devozione legata al grande contributo evangelico di Lanfranco di Pavia (1005-1089), arcivescovo di Canterbury nel 1070 e del suo successore Anselmo d'Aosta che come il predecessore resse l'Abbazia di Bec. L'Italia rappresenta un caso interessante per la devozione nicolaiana che si diffuse nelle regioni settentrionali ben prima della traslazione delle sue ossa a Bari (1087).
Il culto nicolaiano è diffuso in Lombardia, Veneto, Friuli, Trentino , Valle d'Aosta, Liguria e Piemonte. Qui, a Torino, nella cappella di Sant'Eldrado ( X – XI secolo) presso il complesso della Novalesa si trovano in buono stato di conservazione alcuni affreschi sulla vita del Santo risalenti agli inizi del XII secolo. In Italia meridionale, è forse la Sicilia ad avere il primato per antichità di chiese dedicate al santo, data l'innegabile continuità con il mondo greco. Anche a Napoli il culto del vescovo di Myra è antico ( ante IX secolo ).
Per quanto riguarda la Puglia , molti pensano erroneamente che il culto del Santo sia stato tra i più antichi e consistenti. In realtà, le testimonianze della regione, sono più tarde rispetto a quelle siciliane o napoletane.


Ambrogio Lorenzetti, Il Buon Governo, Gli effetti in città
Carovana di Mercanti; 1338-39, Siena, Palazzo pubblico


A Bari, nel Medioevo, in onore di San Nicola , veniva organizzata una fiera in entrambi i giorni di festa a lui tributati ( 6 dicembre e 8 maggio).
Bari rientrava nell'iter turistico dei fedeli medievali, nel più vasto programma delle « peregrinationes maiores » insieme a Gerusalemme, Santiago e Roma. Tra i pellegrini vi erano i «palmieri» di ritorno dal Santo Sepolcro con il simbolo della palma sul giustacuore e i
«romeri» giunti da Roma, contrassegnati dal segno delle chiavi. Nel nel 1328 l'Ospizio dei Pellegrini , edificato tra il X e l' XI secolo in prossimità del Capitolo nicolaiano per dar loro accoglienza, fu affidato a Muciolo , un artigiano barese che avrà l'onere di ripararne la struttura a sue spese, fittandone il primo piano in tempo di fiera.
Le fiere medievali nicolaiane erano patrocinate dalla Basilica di San Nicola. Nel 1234 furono riconosciute giuridicamente tra le sette più importanti del Regno di Napoli e successivamente furono più volte ricordate nelle ordinanze di importanti sovrani ( Roberto d’Angiò , la regina Giovanna II e Luigi II ).
La fiera , nei suoi due appuntamenti, nacque nel periodo successivo alla traslazione del Santo ovvero post 8 maggio 1087 . Si vendevano merci e si potevano aprire e concludere importanti transazioni commerciali e riscuotere pagamenti in sospeso. Erano infatti fiere di cambio.In generale duravano sette giorni ( esclusi i tre precedenti e posteriori necessari per l’organizzazione) e i mercanti provenienti dalla provincia cosi come dal resto d’Italia o dall’ Oriente si disponevano nei cortili offerti dal capitolo in base alle merci vendute. Vi erano diverse opzioni di affitto dei locali in base alla sistemazione e al costo ( semplici banchi, scomparti con parete di fondo alta e due pareti sagomate laterali oppure piccole botteghe ). A soprintendere la giustizia vi erano un mastromercato e un mastrogiurato laico di nomina capitolare che provvedevano a garantire la sicurezza e l’onestà delle transazioni fissando pesi e misure che i commercianti erano tenuti a rispettare pena il pagamento di multe salate e la confisca di parte della mercanzia .
Quindi non solo spiritualità ma anche commercio... e la paura di perdere i propri interessi. A partire dagli anni Venti del XIV secolo si documenta a Bari una lunga e violenta lotta tra Capitolo nicolaiano, Università, cittadini e mercanti per il fruttuoso primato della locazione e sistemazione dei commercianti durante i periodi fieristici. La Basilica di San Nicola, avendo patrocinato le fiere e avendone progettato la disposizione dei mercanti nei suoi soli cortili, ampliati nel XV secolo, richiedeva il primato sugli affitti di locazione a scapito dei privati cittadini ambiziosi di poter fare affari.
Da qui un lunghissimo tira e molla giuridico.
Il 15 febbraio 1321 , Carlo duca di Calabria accorda ai mercanti la libera sistemazione a scapito degli interessi del Capitolo al quale verranno confermati tutti i diritti relativi all ’ organizzazione fieristica da Roberto d’Angiò nel 1340. Questo decreto fu inasprito nel 1359 con una multa di 20 once per tutti quei privati che venivano colti in flagranza di reato. Questo polverone tra rivendicazioni giuridiche, abusivismo e lotte cittadine, si placa durante il XV secolo , assopendosi nei successivi XVI , XVII e XVIII nei confronti dei quali le fonti narrano solo problemi relativi alla logistica e alla sicurezza degli appuntamenti fieristici nicolaiani.
E’ nell’ Ottocento che il malcontento dei mercanti ancor vincolati ai patti capitolari si manifesta portando alla fine della fiera di maggio tra gli anni 1086 - 1815 e successivamente a quella di dicembre ormai snaturata a causa dell’ accordo pattuito nel settembre 1847 tra Capitolo e mercanti. Costoro erano ormai liberi dai vincoli fieristici in cambio del corrispettivo di locazione che avrebbero dovuto pagare come affitto alla Basilica. L’appuntamento dicembrino sarà disdetto poco prima dell’Unità di Italia.


Bibliografia:

Archivo di San Nicola ( pergamene aragonesi );
Codice Diplomatico Barese ( periodo normanno - svevo e angioino);
A. Campione, il culto di San Nicola in Inghilterra: vescovi, miracoli, rappresentazioni e pellegrinaggi, in G. Arlotta (a cura di), De peregrinatione. Studi in onore di Paolo Caucci von Saucken, Centro Italiano di Studi Compostellani, Perugia 2016 ;
A. Melchiorre , Antiche fiere baresi in " Nicolaus studi storici - Rivista del centro studi nicolaiani della comunità dei padri domenicani ", Pontificia Basilica di san Nicola, Bari, Anno XI, 2000;
C. Babudri, "La fiera nicolaiana. Il Medioevo barese tra spiritualità e commercio",2019;
F. Babudri , La Fiera Nicolaiana Medievale di Bari, estratto da "Bollettino della Camera di Commercio, Industria e Agricoltura di Bari", Stab. Tipografico E. Accolti Gil , Bari, Marzo, 1950, fascicolo n. 3;
F. Babudri , Bari nel culto di San Nicola a Trieste e in Istria , in "La Gazzetta del Lunedì, Bari, 30 novembre 1931.

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