Le Favole nel Medioevo : breve quadro storico

Miniatura dal Roman de Renart, fine del XIII secolo



Le favole sono  racconti fantastico-didascalici con animali umanizzati protagonisti di  piccoli racconti edificanti. Nel Medioevo, a partire dal Duecento , ne fecero largo uso i frati degli Ordini mendicanti come il domenicano Vincenzo di Beauvais (1190 ca.-1264) che ne  incluse ben ventinove in due sue opere (lo Speculum historiale e lo Speculum doctrinale ). Le favole ravvivavano i sermoni  dei dotti fornendo ai fruitori spunti chiari di comprensione e riflessione. Erano note le favole di Fedro ( che circolarono abbondantemente fino fino al sec. X ) , di Aviano ( IV sec. ) o la silloge Romulus. A questo punto é bene fare una precisazione. In epoca medievale le favole definite esopiche ( perché  provviste di morale  ) con animali come  protagonisti che si comportavano  e parlavano  come esseri umani, erano molto popolari. Benché fosse  conosciuto  Esopo, il creatore del genere, era più  noto Fedro  che trovò in un certo Romolo il suo corrispettivo medievale! Romulus  avrebbe tradotto dal greco le favole di Esopo per farle conoscere al figlio Tiberino. Il Romulus si presentava in tre versioni : il  Romulus Ordinarius ( la versione più ampia  e più vecchia  con 83 favole, risalente probabilmente al IX secolo), il  Romulus di Vienna e Il Romulus di Nilant ( con  45 favole pubblicate nel 1709 da Johan Frederik Nilant ).Oltre il Romulus, ricordiamo anche la collezione del monaco Ademaro di Chabannes  del 1025,  l'Ysopet di Maria di Francia  (  seconda metà del sec. XII ) e  il tardotrecentesco Esopo toscano 


Codice medievale di Ysopet



L’arte non poteva esimersi dall’onorare le favole  :  pensiamo ad esempio al  complesso del tardo Duecento  affrescato nella sala dei Notari nel palazzo dei Priori a Perugia con ben  undici favole esopiane ( provviste di  morale ) corredate da scritte :  vi sono  il lupo e l'agnello, il cane che porta la carne, il lupo e la gru, la volpe e il corvo, la volpe e l'uva, il leone e la volpe e così via. Queste scene, unite a tematiche bibliche (  Storie della vita di Mosè, di Gedeone e di Adamo ed Eva fino alla morte di Caino ) hanno funzione  allegorica ed invitano alla prudenza  i governanti , sempre attenti a non sottovalutare i nemici. A Perugia,  nel bacino inferiore della fontana Maggiore,  situata nella piazza adiacente al Palazzo dei Priori, Giovanni e Nicola Pisano , tra 1275 e  1278,  rappresentarono tra i vari soggetti anche le favole del lupo e dell'agnello e del lupo e della volpe e la gru. 


Fontana Maggiore, Piazza IV Novembre, Perugia. Progettata tra il 1275 e il 1278 da Nicola e Giovanni Pisano con la collaborazione di Fra' Bevignate da Cingoli per la parte architettonica e di Boninsegna Veneziano per quella idraulica, rappresenta uno dei capolavori della scultura del duecento. Formata da due vasche sovrapposte, nelle ultime due formelle  di quella inferiore sono raffigurate le favole della  volpe e la gru e del  lupo e l’agnello di  Esopo.



Soggetti favolistici , utilizzati con ironico contrappunto, sono ampiamente utilizzati per  commentare le imprese umane nell’Arazzo di Bayeux , celebre testimonianza delle vicende che portarono  alla vittoria di Guglielmo il Conquistatore ad Hastings  nel 1066. La favola del leone magnanimo , dolce con il suo cucciolo ma feroce con chi gli si oppone,  era dipinta sul portale del palazzo Senatorio a Roma. La raffigurazione, risalente al 1300 circa, é oggi perduta. Un leone magnanimo é rappresentato nei bassorilievi della facciata della chiesa di S. Pietro a Spoleto insieme ad altre cinque che hanno per protagonisti animali e che nel complesso simboleggiano gli agguati del Maligno :  leoni con la zampa imprigionata  in un albero o con una preda in ostaggio o l’astuta volpe  che si finge  morta  , il leone che assale un drago  ( o la pantera in lotta con un drago ) o il lupo con il  cappuccio monacale che medita  di azzannare un ariete, chiara  caricatura del clero e dei suoi vizi ( tale  storia fu narrata da Maria di Francia  e  perfino citata in una bolla di Urbano II nel  1096 ).  Tra XII e XIII sec. i soggetti delle favole tornano  nella cattedrale di Friburgo in Brisgovia, nella collegiata di St. Ursanne, in Svizzera, in un codice conservato a Heidelberg e, in Italia, in un capitello della cattedrale di Parma, in un rilievo nel portale occidentale della cattedrale di Ferrara. Infine, nella  porta della Pescheria della cattedrale di Modena , si trovano  sull’architrave  i rilievi con i funerali della volpe e con la storia del lupo e della gru, mentre lungo gli stipiti si snoda una serie di storie di animali . 


U Uno degli interventi più importanti tributati alla Chiesa di San Paolo a Spoleto avvenne alla fine del Trecento quando si decise di ristrutturare  l'attuale facciata con gli splendidi altorilievi  raffiguranti scene relative alla vita del santo apostolo ed episodi di intento moralistico tratti dalla novellistica medievale (Il leone e il boscaiolo, La volpe finta morta e i corvi, Il lupo studente e il montone). In foto il portale principale della chiesa immortalato da Paolo Monti nel 1967.


Concludo con la  più celebre favola medievale :  il Roman de Renart . Si tratta di una celebre raccolta di testi del XII  e XIII sec., in cui  gli animali si comportano come uomini. Protagonisti delle vicende sono la goupil ( la volpe ) Renart e il suo antagonista , il lupo Ysengrim , entrambi mossi dall’imperioso bisogno di colmare un ventre vuoto. É la fame a spingere gli animali a fare di tutto, specialmente l’illecito  : Renart é costretto anche a rubar cibo ( specialmente prosciutti e formaggi ) per non morire di fame o a tessere tranelli non solo a danno del lupo, suo antagonista, ma anche dei mercanti lungo i tracciati al fine di  rubarne parte delle mercanzie . La furba volpe arriverà a fingersi morta pur di essere caricata sui carri dei viandanti e sottrar loro  agevolmente le  cibarie…per  darsi indisturbato alla macchia e tornare velocemente alla sua dimora Malpertugio , dalla moglie Hersent e dai figli. 

Il Roman de Renart in una miniatura medievale  



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