Attacco e difesa
Assedio di una città , miniatura della metà del XIII secolo, Bibbia di Maciejowski |
Nel tempo tali strutture si sono evolute, armandosi di fossati, inspessendo le mura, munendosi di sbarramenti definiti tagliate ( ovvero pali di legno conficcati nel terreno e incastrati tra loro in modo da formare un reticolato ) . Ospitavano poche decine di cavalieri ( i grandi numeri di cui alle volte si legge , erano il risultato di adunate dovute ad eventi bellici che costringevano tutti i soldati dei vari presidi a riunirsi). Perché, dunque, cercare di muovere guerre su larga scala se semplicemente si poteva aggirare questi ostacoli con un esiguo numero di cavalieri? Perché non sarebbe stato furbo.
a) Molto spesso i
castelli ospitavano coloro che detenevano il potere;
b) Una invasione su larga
scala non può avverarsi se si lasciano alle spalle baluardi nemici
ancora attivi e forniti di risorse in grado di chiamarne altre.
La difesa di un
castello era una faccenda complessa : richiedeva abilità e logica al pari
di un buon assedio3.
Prima della fortificazione vera e propria, spesso vi era il
rivellino ( opera a esterna che rappresentava il primo
presidio di difesa) . Quando cadeva il rivellino , si alzava il ponte
levatoio per impedire ai nemici di penetrare nel castello.
A questo punto, gli assedianti, cercando di districarsi tra frecce e sassi o acqua rovente che scrosciava impietosa dall'alto, cercavano di difendersi a loro volta, cercando di penetrare ulteriormente in casa del nemico , sfondando una porta di pesante legno, foderata di metallo e chiodi che dava accesso al livello successivo. Se si riusciva a sfondarla, ci si trovava in un secondo tunnel provvisto di bocche e feritoie da cui venivano scagliate ulteriori frecce . Molto spesso da quelle bocche usciva anche del fumo , frutto di un incendio controllato, al fine di far morire soffocati gli ospiti indesiderati.
Dopo questi e altri sbarramenti, i superstiti arrivavano alla porta principale del castello...circondato dal fossato profondo parecchi metri e tanto largo da non poter arrivare all'uscio del nemico con un salto.
Carcassonne, Francia meridionale, veduta aerea del borgo antico. |
Era difficile riuscire a prendere un castello al primo tentativo. Se gli assedianti riuscivano a resistere alla difesa nemica , proteggendosi con gli scudi , riempiendo il fossato con i macigni che venivano scagliati contro di loro ( o fascine di legno o, in alternativa, cadaveri ) ed eliminando le difese in quella zona, cercavano di sfondare il portone dandogli fuoco, oppure, visto l'utilizzo di acqua buttata giù da stretti fori sulla sommità delle mura chiamati caditoie, si cercava di sfondare l'ingresso con un ariete utile anche per eliminare l'ostacolo successivo : un cancello in ferro che andava sradicato, preludio di ulteriori tranelli e trappole . La difesa, così come l'assedio , comportava anche il saper provvedere a se stessi tramite cibo o rifornimenti . Se non erano la guerra, i tradimenti e i rovesci umani, in molti casi erano le carestie o le pestilenze a debilitare gli spiriti e i corpi di entrambe le fazioni in campo. Per combattere, assediare o difendersi bisognava infatti essere ben nutriti ed in salute psico - fisica. In previsione di un assedio, ad esempio, erano immagazzinati vino, olio, grano, olive, fave, lenticchie, cacio, carne, pesce, datteri, fichi secchi, zucchero e miele. Le cisterne , poi, dovevano essere sempre rifornite d'acqua!
1Si traduce con la parola “castello” il latino “castrum” che nelle fonti medievali non indica l'accampamento militare come nel latino classico ma una fortificazione permanente.
A.Barbero , C. Frugoni , Dizionario del Medioevo, Edizioni CDE, Milano 1998;
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