Donne straordinarie : Margery Kempe
La tessitura |
“Buon cavallo e mal cavallo vuole sprone; buona donna e mala donna vuol signore , e tale bastone.”
In questo detto , annotato da Paolo da Certaldo nel Libro dei buoni costumi si delinea l’idea della donna nel Medioevo. L’esistenza femminile era finalizzata alla mera procreazione nella comune concezione che non potesse gestirsi da sola, necessitando sempre di una presenza maschile per “tenere a freno e domare” le sue passioni e volontà. Su questo argomento si trovavano d’accordo tutti, chierici e dotti della chiesa in primis, molti dei quali rappresentavano un mondo a sé rispetto all’universo femminile con cui non si erano mai confrontati, neanche per sbaglio.
Prendiamo ad esempio Guilberto di Nogent vissuto nel XII secolo : il dotto cristiano fu oblato, cioè offerto ancora da bambino, ad un monastero benedettino. Cosa poteva conoscere dell’altro sesso quest’uomo, a parte il ricordo straziante di una madre data in sposa a dodici anni ?
La Città delle dame (1404-5) di Christine de Pizan, (scrittrice europea della storia). |
Per tutti , insomma, una donna d’onore era quella sottomessa al marito o all’autorità di Dio.
Ma era sempre così ?
Accomodati, perché oggi ti racconterò una storia.
Siamo in Inghilterra, nel Norfolk.
C’era una volta una donna, si chiamava Margery Kempe. Intorno al 1390 fu data in sposa all’età di venti anni ad un certo John Bell. Aveva una età piuttosto tarda per maritarsi ( se facciamo riferimento alla probabile data di nascita avvenuta nel 1373) .
Margery era di origine borghese , figlia di un rispettabile mercante che scelse per lei lo sposo al quale doveva essere per sempre fedele e sottomessa. I particolari della sua vita li conosciamo attraverso una autobiografia spirituale dettata dalla stessa Kempe a due diversi amanuensi tra 1425 e 1438. Da queste carte apprendiamo che Margery ebbe tredici figli cresciuti con zelo ( lo stesso che riservò alla cura della casa, del marito e delle proprietà) .
Cresciuti i figli, divenuta più matura, ella sentì l’esigenza di curare se stessa attraverso un forte fervore spirituale, autore delle sue scelte non convenzionali.
Era nata “la creatura”, una nuova sé stessa capace di sfidare regole , di opporsi al marito e agli obblighi matrimoniali.
Margery non voleva abbandonare la sua casa per rinchiudersi in un convento…lei voleva conoscere e viaggiare. Voleva essere autonoma. Si imbarcò per Venezia, per la Terrasanta, Assisi e poi Roma. La sua fu una vita stravagante, tacciata da molti ma condivisa da alcuni che ne lodavano il coraggio. Margery era animata da una grande spiritualità mistica e da visioni , causa delle sue crisi di pianto culminanti in urla e commozioni esagerate( nterpretate come segno demoniaco o come sentore di santità. )
Questo suo carattere ribelle e particolare la rese soggetta ad accuse che la portarono davanti all’Inquisizione. Scampata al rogo, a sessant’anni partì di nuovo in compagnia della nuora rimasta vedova. Venendo meno alla promessa di comportarsi in modo morigerato, si diresse in Polonia, ad Aquisgrana, a Calais e di nuovo in Inghilterra dove morì intorno al 1438.
Le scelte di questa donna non furono di certo né eretiche né eterodosse.
La Kempe sfidò apertamente i sistemi giuridico - sociali dell’Occidente cristiano in cui le donne non erano libere di gestirsi e gestire i beni avendo bisogno sempre di una figura maschile , il procuratore ( padre, marito, figlio maschio ) che garantisse per lei. Nel corso del tardo Medioevo vennero accordati più diritti alle donne in condizione di solitudine ( vedove e nubili ) per permettere loro un margine più ampio di azione nel disporre dei propri beni e nella cura e protezione dei figli, godendo di una indipendenza patrimoniale seppur sempre molto ridotta.
Bibliografia:
G. Duby, M. Perrot - Storia delle donne in Occidente. Il Medioevo. , C Klapisch - Zuber ( a cura di), Laterza , 1994;
M.S.Mazzi - Donne in Fuga. Vite Ribelli nel Medioevo - Il Mulino, 2017.
Commenti
Posta un commento