A volte ritornano...anche nel Medioevo.
And gently drops the rain
I never had but one sweetheart
And in greenwood she lies slain"
The unquiet grave - Helium Vola ( Wohin?, 2013 )
"The unquiet grave" è una ballata risalente al Quattrocento. Tipica della Scozia e del Galles, è stata soggetta nel tempo a molteplici arrangiamenti. Il brano tratta dell'amore e della morte attraverso uno struggente dialogo tra un uomo e la sua amata defunta.
Voglio iniziare da qui : oggi vi parlo della morte e delle superstizioni nel Medioevo.
Partiamo dall'XI secolo : la volontà di cristianizzare il culto dei morti in modo più incisivo induce la Chiesa a importanti decisioni, specie in ambito monastico. Tra 1024 e 1033, Cluny fissò la Festa dei Morti al 2 novembre. Uomini di chiesa e laici commemoravano i loro defunti con tanto di messe a suffragio.
Nel secolo successivo, con l'ingresso del Purgatorio nel contesto liturgico , cresce l' interesse verso gli spiriti le cui apparizioni si moltiplicano nei racconti individuali , di miracoli e in molti racconti edificanti ad uso dei predicatori chiamati exempla.
L'esercito dei morti spaventa i chierici. E non solo.
Torme di redivivi si rintracciano nelle frammentarie credenze antiche come la testimonianza di Tacito che nella Germania ne parlava in maniera molto oscura. Ben presto questo exercitus mortuorum assume l'aspetto di un gruppo di cavalieri maledetti spesso avvistati ai crocevia o ai limiti del territorio. Queste anime espianti furono tollerate dalla Chiesa fino al XII secolo quando, col Purgatorio gli spiriti inquieti trovarono giusta collocazione.
Cosa diventarono questi spettri per la Chiesa?
Il processo di rielaborazione di questa superstizione abbraccia tre secoli , dall'XI al XIII e si può seguire attraverso le testimonianze di dotti e uomini di fede. Rodolfo il Glabro nel II libro delle sue Storie narra la macabra visione di Vulferio di Moutiers - Saint - Jean. Costui era un monaco della diocesi di Langres. Nella notte della domenica della Trinità vide la chiesa riempirsi di uomini vestiti di bianco e di porpora guidati da un vescovo che diceva di essere la guida di parecchi uomini. Questi strani fedeli erano morti caduti in guerra contro i Saraceni. Erano in viaggio verso l'aldilà e sul loro cammino raccoglievano gli altri compagni...come Vulferio il quale, dopo essersi scambiato il bacio della pace con il vescovo misterioso, capì di non avere più molto da vivere.
Rodolfo ci racconta anche di un altra visione avvenuta nel 1014 : un altro monaco vide arrivare da nord una torma di cavalieri spettrali capendo anch'egli di essere prossimo alla morte. E' Orderico Vitale nel 1140 a fornirci una altra testimonianza su questi macabri eserciti chiamati per la prima volta il nome di "famiglia Herlechini" o "famiglia Hellequin". Si trattava di un vero e proprio esercito spettrale dall'aspetto così tanto terrificante da spaventare il povero monaco Guachelmo di Bonnevaux : la torma era composta da giganti terrificanti, nani con la testa enorme, persone che il monaco aveva visto morire di recente e poi demoni portati su lettighe da diabolici "etiopi", donne a cavallo, monaci neri e cavalieri infernali al contatto delle cui armature Guachelmo si bruciò la mano, inducendolo a fare subito penitenza.
Specialmente in Francia l'esercito degli Hellequin animò la superstizione popolare. Gli Hellequin erano spiriti dannati che ingannavano gli animi semplici come il contadino protagonista dei racconti del predicatore Stefano di Bourbon. Una altra credenza era quella delle Dame Abonde, ovvero spiriti femminili errabondi : tentavano gli animi semplici con voli notturni o gite in carrozze guidate da demoni, presentandosi come donne ricche o distinte.
Possiamo ben comprendere come la Chiesa non faticò ad assimilare le anime erranti a demoni malvagi che assunsero forme ben definite di stregoneria grazie all'operato dei giudici e degli inquisitori nel corso del Quattrocento.
Bibliografia:
J.C Schmitt - Medioevo "superstizioso", Laterza , 2004
Commenti
Posta un commento