Le Baburecensioni: I tre esorcismi di Rafilina da Torrecuso di Giuseppe Franza
Come anticipato, la giovane bollata come indemoniata deve far i conti con la mentalità del suo tempo fiduciosa dei benefici dell’esorcismo, rituale non presente tra i sacramenti e, in generale, di difficile sistemazione teologica. Pagina dopo pagina, il lettore si renderà conto del reale tormento della protagonista, apprezzandola – ne sono sicura – per la grande modernità e il pensiero divergente, risorsa e fonte di dannazione al tempo stesso in un contesto propenso solo a condannare. Anche a Zosimo il lettore non potrà negare affetto in virtù di quella semplice, diretta e veritiera maniera di interpretare il mondo e i suoi avvenimenti. Acume lucido e brillante il suo, capace di irradiare più saggezza di quella di coloro normalmente reputati dotti, Zosimo non è nobile ma lo risulterà in maniera maggiore al confronto dei tanti che ne vantano il blasone.
Psicologicamente ben delineati, i cosiddetti “ultimi” irradiano una vitalità senza pari propria di chi il mondo lo vive nella sua più ampia complessità, mostrando nell’umiltà quella apertura e critica intellettiva che stenta ad emergere nei potenti i quali, appositamente descritti nella loro supponenza, mancanza di empatia e rapacità quotidiana, appaiono ridotti a semplici silhouette al confronto. È apprezzabile, infatti, da parte di Franza, la cura riservata ai diseredati dei quali si sottolinea il modus operandi spesso ravvivato da note farsesche nell’approccio a situazioni o persone, come i signori rinchiusi in castelli o guarnigioni, immobili nel lustro più decadente, capaci solo di saper prendere e schiacciare.
Il romanzo acquista validità in virtù dello scritto agile e scorrevole, spesso sfumato da note popolari nel linguaggio parlato così vivo e colloquiale in contrapposizione al sontuoso lessico dei signori. Notevoli le descrizioni e l’abilità nel ricostruire storicamente paesaggi, usi e costumi di sicuro frutto di studio e approfondimento da parte dell’autore, abile nell’ambientare la narrazione nella Storia, citando realtà importanti come la Scuola medica salernitana o personaggi storici di gran calibro come Tommaso d’Aquino.
L’autore:
Giuseppe Franza (Napoli, 1981), laureato in filosofia, lavora come editor e articolista. Pur abitando da più di dieci anni a Roma, non ha ancora perso il forte accento vesuviano. Ha pubblicato il romanzo Cagliosa (Ortica editrice, 2019).
Descrizione:
Primavera del 1272, regno di Napoli. Padre Ciommo, un vecchio monaco benedettino, sta scortando la giovane Rafilina da Torrecuso nella città di Napoli, per far sì che ella possa essere visitata dal magister Tommaso d'Aquino del convento di San Domenico. Giunti dalle parti del Vesuvio, i due viandanti vengono sorpresi da una tempesta e sono perciò costretti a rifugiarsi in una taverna per trascorrere la notte. In questa bettola incontrano un certo Zosimo, servitore senza cultura e creanza, che si offrirà di accompagnarli fino al cenobio napoletano in cambio di qualche spicciolo. Nella Capitale del regno, Rafilina sarà dunque visitata da fra Tommaso d'Aquino, somma intelligenza della Chiesa, chiamato a scoprire quale possa essere il vero male che insidia la vergine. Ella è forse vittima di una possessione demoniaca? Costretti da fosche circostanze, Rafilina e Zosimo prenderanno parte a un viaggio caratterizzato da numerosi imprevisti. E ne verranno fuori situazioni spaventose e assurde, sordide o penose, attraverso cui i due personaggi misureranno forze e limiti morali e proveranno ad allargare i loro meschini orizzonti.
Dettagli:
Editore: Ortica Editrice
Collana: Le spine
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 25 novembre 2022
Pagine: 368 p., Brossura
EAN: 9788831384902




Commenti
Posta un commento