Le Baburecensioni: L'età del lume. Una storia della luce nel Medioevo di Beatrice Del Bo




Se ancora pensate al Medioevo in termini di “buio”, vi consiglio L'età del lume. Una storia della luce nel Medioevo edito dalle edizioni Il Mulino, saggio storico di Beatrice Del Bo, docente di Storia economica e sociale del Medioevo e Didattica della Storia all’Università degli Studi di Milano. “Oggi si sente ancora troppo spesso impiegare l'espressione «secoli bui» per definire il Medioevo” scrive l'autrice, precisando che questa etichetta è nata “con Francesco Petrarca, rafforzata da Cesare Baronio, cardinale ed erudito”, autore della revisione del Martirologio Romano pubblicato nel 1589. Questa definizione poco lusinghiera, rilevante a partire dagli anni Sessanta del Novecento, oggi è quasi scomparsa in virtù di nuove ricerche e consapevolezze storico-critiche ben rappresentate dagli studi di esperti come la Del Bo, i cui approfondimenti ci portano a percorrere un viaggio nella società e nella mentalità medievale espressa attraverso i metodi e i modi dell'illuminazione.


Scardinando pregiudizi e preconcetti, “l'obiettivo di questo studio”, precisa la studiosa “è rilevare quanto e in che forme concrete la luce sia presente nella realtà e nell'immaginario collettivo, quanto componga i paesaggi mentali e materiali dell'età medievale” ricorrendo ad un'ampia e ben strutturata ricerca capace di sorprendere e illuminare chi legge attraverso nuove prospettive, ponendosi a pieno titolo nella sfera della ricerca storico-letteraria. Fonti alla mano, l'autrice introduce l'argomento partendo dalla semantica dei termini legati alla luce, simbolo di intelletto e virtù, distinguendo la lux, luce pura, dal lumen, luce derivata, chiarendo il senso del buio, simbolicamente legato alla passione, al peccato e alle cose nascoste.



Certo, con il buio, nel Medioevo, si dovevano far concretamente i conti utilizzando
candele, lumi, lucerne, torchietti, ovvero piccole fiaccole poste o meno su supporto capaci di rendere “la notte medievale assai meno buia di quel che si crede”. La scrittrice delinea la vita quotidiana dell'uomo medievale raccontando come, di notte, candele e lampade brillavano ai crocicchi, sulle porte delle abitazioni (pratica raccomandata dagli Statuti cittadini di alcune città, ad esempio Firenze) o dietro le finestre, accompagnando un'umanità che, per vari motivi, s'aggirava fuori di casa oltre il coprifuoco. Infatti, medici, preti, ostetriche, macellai, barbieri, deputati della zecca o funzionari lavoravano alacremente anche oltre il calar del sole. Ho trovato estremamente interessante questa precisazione atta a scardinare l'idea di un Medioevo fisso ed immobile, arrendevole alla notte e non ingegnoso, rintanato in una oscurità alla quale la società medievale è stata in grado di rispondere con i mezzi a disposizione.


La bottega dello speziale, particolare, fine XV secolo, castello di Issogne (Aosta)


Cera e candele erano
essenziali nel quotidiano : concentrandosi sul valore materiale ed economico dell'illuminazione, rimarcando l'importanza dell'apicultura nel Medioevo e la differenza tra la pregiata cera delle api e il sego composto da grasso animale, l'autrice ci spiega le modalità di fabbricazione, i produttori, i fornitori (come gli speziali) e i costi, soggetti a rincari durante i periodi di crisi a causa dell'alta richiesta del materiale e della speculazione di produttori e fornitori. L'artigianato della cera, capace di produrre anche manufatti votivi, richiedeva maestria e apprendistato: Beatrice Del Bo si sofferma sulla tecnica, documentandone l'iter, spiegando le qualità estetiche del prodotto finale. “Avere una buona cera”, ovvero un bell'aspetto, sano e vitale, deriva dall'antico apprezzamento sulle candele dalla cera ben lavorata, di cui “una delle piazze più fornite era Ragusa, l'odierna Dubrovnik” dove i mercanti la consideravano moneta di scambio. Gli oggetti per l'illuminazione, dotati di fogge, dimensioni e colori diversi, rilucevano nelle case, nelle taverne, nelle botteghe, nei palazzi del potere laico ed ecclesiastico, per le strade, nei cortei celebrativi , durante le marce funebri. 

Con fuochi e luci si celebravano conquiste, si sanciva la pace, si festeggiavano i nuovi eredi e le occasioni di stato. Entrando negli ambienti privati, apprendiamo che c'era chi spendeva molto in illuminazione come George de Challant, canonico di Sant'Orso ad Aosta e chi utilizzava la luce per stupire gli inviatati durante banchetti opulenti come quello nuziale di Gian Galeazzo Maria Sforza e Isabella d'Aragona durante il quale Leonardo Da Vinci  stupì gli invitati con una sua straordinaria invenzione. Ricorrevano a candele e ceri le corporazioni, le confraternite o le gaite, cioè le ripartizioni territoriali urbane regionali. Ad esempio, durante il Corpus Domini a Siena i maestri della lana recavano dei candelabri con le insegne della loro Arte.


Al di là della funzione pratica legata all'illuminazione, il lettore potrà apprendere il
simbolismo legato alla luce e al fuoco: le candele assumevano valore importante in base alla quantità e la qualità della cera di cui erano composte, rappresentando lo status symbol e il peso socio-politico di una persona. “ Dopo un colpo di stato, a cui aveva dato sostegno, e una rivolta popolare a Siena” scrive l'autrice “l'Imperatore Carlo IV di Boemia, insieme alla moglie, Elisabetta di Pomerania, nell'ottobre del 1368, fa il suo ingresso in città” avendo in dono cera lavorata dall'ingente valore di 960 lire. Inoltre, come in vita, anche nell'ultimo saluto “candele, torce e oggetti in cera hanno la funzione di rammentare ai vivi il trascorso terreno di chi scompare”. A Saluzzo, Riccarda Visconti, figlia del celebre Galeazzo e moglie di Tommaso II, per rinnovarne il ricordo, era solita ogni 2 novembre organizzare una messa a suffragio in cui “ogni frate e ogni suora dovrà impugnare una candela decens” ovvero corrispettiva del rango del defunto.


Questo saggio, è capace di condurre il lettore in un viaggio straordinario tra le luci di un Medioevo non più buio ma vivo e palpitante. Beatrice Del Bo riesce a calare il lettore concretamente nella vita del tempo, riuscendo a delineare la quotidianità medievale in tutte le sue sfaccettature attraverso una narrazione chiara e accessibile e una selezione di opere d'arte atte ad illustrarne la ricerca. L'opera spicca per la struttura impeccabile: una agile introduzione è capace di trascinare il lettore già dalle prime righe, proseguendo nel catturarne l'attenzione capitolo dopo capitolo fino alle conclusioni seguite da un nutrito glossario delle parole chiave e dalla bibliografia corredata di indice dei nomi. Un lavoro straordinario e preciso, capace di illuminare anche le ultime eventuali ombre sulla storia medievale che prende forma al sommesso crepitare delle candele di cera.




Sinossi:

La storia prende forma al sommesso crepitare delle candele di cera «Secoli bui» è l'etichetta che dai tempi di Petrarca accompagna il Medioevo che buio invece non fu, per niente. Non sotto il profilo scientifico, politico, economico e culturale e non nella realtà: candele e innumerevoli altri manufatti nottetempo illuminavano gli interni di case, palazzi, botteghe e taverne, rischiaravano uomini che studiavano le carte di un processo e donne intente a leggere, accompagnavano gli amanti nei loro spostamenti illeciti, indicavano le abitazioni delle prostitute, illuminavano la strada durante le cavalcate, brillavano in chiesa. Paradossalmente con il coprifuoco le fiamme si accendevano. Dell'illuminazione artificiale poco si è scritto finora. Eppure le candele rientravano fra i beni di cui le autorità dovevano garantire la disponibilità a un prezzo accessibile. Ecco dunque, in queste pagine, una storia materiale della luce nel Medioevo e del mondo che ha ruotato intorno ad essa.

L'Autrice:


Beatrice Del Bo insegna Storia economica e sociale del Medioevo e Didattica della storia nell’Università degli Studi di Milano. Tra i suoi libri ricordiamo: «Banca e politica a Milano a metà Quattrocento» (Viella, 2010) e «Cittadinanza e mestieri. Radicamento urbano e integrazione nelle città bassomedievali» (Viella, 2014).

Dettagli:

Autore: Beatrice Del Bo

Editore: Il Mulino

Collana: Intersezioni

Anno edizione: 2023

In commercio dal: 27 gennaio 2023

Pagine: 312 p., Brossura

EAN: 9788815382917


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