Trimalcione e il salto di Tiberio è l'ultimo romanzo firmato da Armando Carravetta per Aporema Edizioni (2023). L'opera, ambientata nel 79 d.C, si interroga sul valore politico e umano dell'imperatore Tiberio attraverso i ricordi di Gaio Pompeo Marcione "da poco nominato cavaliere" dall'imperatore Tito di cui è ospite a simposio. Durante il ricco banchetto allestito nella grande sala mosaicata del palazzo di Baiae, Gaio Marcione, detto Trimalcione (termine di petroniana memoria), racconta la sua infanzia trascorsa a Capri al cospetto degli aristocratici presenti e dei colleghi Lucio Sempronio, nuovo prefetto della flotta di Misenum e il governatore Sesto Giulio Frontino con cui, durante l'eruzione del Vesuvio, aveva "difeso il nuovo principe, vittima di una temibile congiura". Dal racconto di Marcione, stimato membro della corte di Tito, apprenderemo la difficile infanzia del protagonista vivendo con lui un'avventura riguardante un misterioso tesoro, nascosto dall'imperatore Tiberio più di quarant'anni prima. Coadiuvato da un variegato gruppo di coetanei, schiavi come lui, sottratti alle famiglie per servire l'Imperatore, Marcione dovrà confrontarsi con un vero e proprio giallo, dai risvolti intricati e perigliosi come il salto di Tiberio dell'isola di Capri, precipizio a picco sul mare nei pressi di villa Jovis. Carravetta ha il merito di aver sapientemente fuso fantasia e storia in un romanzo estremamente godibile per forma e scrittura. In effetti, le pagine scorrono piacevolmente regalando al lettore la storia di una vita e di una infanzia segnata da una immaginifica e pericolosa avventura, svoltasi tra i fasti, le gioie e le vergogne custodite nei meandri delle dodici ville sparse sull'isola, ben ricreate dalla fantasia dell'autore.
Nell'opera, Gaio Pompeo Marcione è ribattezzato Trimalcione dallo stesso Petronio. Carravetta fuso il suo Gaio con l'eccentrico personaggio del Satyricon petroniano. |
Il testo colpisce molto per l'attenzione dedicata alla psicologia e allo sviluppo umano: essendo il protagonista un fanciullo, il lettore avrà modo di crescere con lui, provando sensazioni, sperimentando i pensieri di un adolescente costretto a crescere in fretta, soggetto alla durezza della vita in un mondo ruvido. Se all'inizio, Marcione viene descritto come "un uomo corpulento, vestito di abiti ricchi e vistosi, dall’espressione sempre mutevole, ora annoiata, ora ilare, e poi d’improvviso dura, quasi a lambire sfumature di crudeltà", nei ricordi d'infanzia apparirà come un fanciullo brioso in barba alla sua condizione di schiavo. Saranno l'irrequietezza e l'inclinazione allo scherzo a costargli l'allontanamento dalla natia Puteoli per servire a corte, imbarcandosi con altri coetanei per raggiungere lo stesso destino. Con lui ci saranno Aulo e la bella Priscilla svenduti dai rispettivi padroni per ripianare un debito e Sirio, anch'egli schiavo. Il racconto delle vite del protagonista e dei suoi giovani amici, unito ai quesiti lungo il viaggio circa l'incertezza della sorte comune, non potrà lasciare indifferente il lettore alla stregua della crudezza delle situazioni descritte a corte tra splendenti banchetti e la normalizzata violenza degli abusi quotidiani. E' in questo mondo difficile, fatto di insidie, tradimenti e il sangue che la politica reclama, che Gaio e i suoi compagni, allievi del saggio Apollodoro, si ritaglieranno uno spazio utile al gioco e alla fanciullezza, una caccia al misterioso tesoro di Tiberio, nascosto da qualche parte sotto l'azzurro cielo di Capri. Un gioco questo, ma un gioco pericoloso, figlio di trame di potere ben più grandi e violente consumate nelle stanze imperiali a cui i ragazzi si approcceranno inizialmente con la curiosità tipica della loro età. Non essendo gli unici interessati a ritrovarlo, ben presto Gaio e i suoi amici scopriranno di non essere soli nell'investigare sul tesoro, andando in contro a gravi pericoli figli di sanguinose trame di potere. La fanciullezza di Marcione e i suoi compagni, già minata per condizione di nascita, verrà turbata dal confronto crudo con la politica più spietata, coltello affilato che non si fa remore nell'attentare alla vita di schiavi, seppur fanciulli. Il lettore avrà modo di riflettere e di imparare molto e di aumentare la sua consapevolezza in una riflessione che parte da "ieri" per abbracciare l ' "oggi" in nome della costruzione del "domani". Carravetta è stato abile nel restituirci questo spaccato di storia in tutta la sua ruvidezza, descrivendoci un mondo basato sulla sopravvivenza e sull'adattamento alle situazioni più tristi o più dure sopra le quali brilla lo splendore imperiale, rilucente di sfarzo e potere, adombrato dal lato oscuro della politica. Con questo romanzo, fusi tra realtà e storia, avremo modo di apprendere sfaccettature inedite degli imperatori romani, in primis di Tiberio, le cui scelte, non sempre facili o pacifiche, troveranno giustificazione a posteriori. Tra intrighi e tradimenti, in un mondo in cui conta andare oltre le apparenze e in cui tutto è il contrario di tutto, la politica romana apparirà come un fragile gigante rivestito d'oro, soggetto alle angherie e ai soprusi di uomini senza scrupolo.
La copertina dell'opera |
Dettagli:
Autore: Armando Carravetta
Editore: Aporema Edizioni
Anno edizione: 2023
In commercio dal: 2 marzo 2023
Pagine: Brossura
EAN: 9791281231016
L'Autore:
Armando Carravetta è nato nel '63 a Napoli, dove tuttora vive e lavora come professore universitario. Ha già scritto una serie di gialli ambientati nella sua città, nei quali le inchieste erano svolte da un intraprendente netturbino. Con questo personaggio ha vinto il concorso “Inchiostro Digitale” nel 2013 ed è stato premiato al “Premio Internazionale Città di Caserta nel 2015”. Dopo lunghe e accurate ricerche storiche, con “Trimalcione e il mistero di Plinio” ha deciso di trasferire la propria passione investigativa nell’antica Roma, dando vita a un nuovo protagonista.
Dettagli:
Nel 79 d.C. Gaio Marcione, più noto ai contemporanei col soprannome di Trimalcione affibbiatogli da Petronio, nonostante la sua spesso sfrontata cialtroneria è ormai uno stimato membro della corte dell'imperatore Tito, il quale gli chiede di raccontare i propri trascorsi fanciulleschi a Capri. Verrà così a galla un vero e proprio giallo, riguardante un misterioso tesoro, nascosto dall'imperatore Tiberio più di quarant'anni prima. Nell'avventurosa ricerca di aurei e sesterzi, Trimalcione è accompagnato da un variegato gruppo di coetanei, ancora schiavi come lui, ma determinati a riscattarsi dalla propria sorte. Un viaggio immaginifico e pericoloso attraverso le mitiche dodici ville sparse sull'isola, ricreate con sapiente fantasia dall'autore, che ci fa immergere in un'epoca ricca di fascino, rivisitandone con una visione più moderna anche gli aspetti politici più complessi.
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