L'archeologia in pillole: storia di una scienza



Alcuni frammenti di ceramica suddivisi per tipologia


L’ archeologia é una scienza affascinante !
Il lavoro dell’archeologo può essere in un certo senso comparato alle 
 ricerche della polizia “scientifica” :  come questi agenti specializzati studiano indizi, prove e  tracce al fine di risolvere un caso, gli archeologi  effettuano scavi e analizzano cronologicamente i reperti che la terra restituisce loro, datando documenti e ritrovamenti tramite tecniche e metodologie particolari. 
Oggi vi parlerò dell'archeologia stratigrafica .
Buona lettura!




Gli utensili in selce trovati da J. Frere  a  Hoxe esposti al British Museum a Londra



In un precedente articolo vi ho illustrato in pillole la storia della geologia.
Se non l'avete letto,  vi invito caldamente a cliccare  qui 
 in quanto le scoperte geologiche sono strettamente collegate allo sviluppo della scienza di cui vi parlerò oggi. Infatti l'archeologia e il suo metodo non esisterebbero senza le scoperte geologiche.


Archeologia: storia e metodo  stratigrafico


Partiamo dal Settecento. John Frere , membro della Royal Society of Antiquaries, nel  1790 scoprì alcuni utensili scolpiti nella selce risalenti  all’età della pietra . Questi oggetti erano stati sepolti con  ossa di animali ormai estinti e fossilizzati. Il ritrovamento avvenne ad   Hoxne, nei pressi della città di DissNorfolk, in Inghilterra )Anticipando i metodi archeologici successivi, Frere affermò la necessità di datare i reperti in base alla loro posizione stratigrafica ovvero in base alla cronologia dello strato di terra entro il quale erano stati ritrovati.  
Queste idee furono considerate  solo nel secolo successivo quando  costituirono  le basi  dell’archeologia  preistorica  in  virtù  degli studi successivi di
C.J. 
Thomsenautore della teoria delle tre età dell’uomo ( formulata in base agli strumenti utilizzati:  pietra, bronzo, ferro) , J.J.A. Worsaae J. Lubbock  ( coniò i termini “paleolitico” e “neolitico”).  
Si evidenziò così la stratificazione archeologica di tipo antropico : composta da quei manufatti realizzati  dall’uomo utilizzati e imitati nel tempo ,  non soggetti a selezione naturale


Una edizione britannica  dell’opera di Wheeler  
con in copertina  un esempio di scavo per quadrati


Il proliferare  degli scavi tra Ottocento e Novecento, portò  sir  R. Wheeler  a formulare un metodo di scavo : nasceva la dinamica “per quadrati” consistente nel dividere a scacchiera  il terreno. 
Nel 1934 a  Maiden Castel (  sud - ovest  di Dorchester, Inghilterra ) lo studioso  perfezionò questa metodologia,  contrassegnando ogni strato di terra con un cartellino distintivo , catalogando in modo diverso i manufatti trovati in base allo strato di appartenenza, pubblicando le sue scoperte nell’opera “Archaeology from The Earth”( 1954). 

Il metodo Wheeler in pillole:
- documentazione dei reperti per sezioni;
- realizzazione finale della pianta complessivo del sito indagato;
- numerazione sistematica degli strati;
- numerazione e catalogazione  sistematica dei reperti ;
- valorizzazione di fosse, buche e pozzi.


Nel 1979 gli studi del Wheeler furono perfezionati dallo studioso E. Harris, autore dei “Principi di stratigrafia  archeologica” in cui si  enunciava   la legge di successione stratigrafica: “ogni unità stratigrafica si trova nella sequenza stratigrafica di un sito : essa sarà la più bassa di tutte le unità stratigrafiche che le giacciono sopra e la più alta di tutte le unità poste al di sotto e con le quali non ha contatto fisico.
Quindi , in successione geologica e temporale, ogni strato di terra che andremo ad analizzare non solo sarà cronologicamente staccato dall'altro ( in virtù dell'interfaccia, cioè della patina cronologica che distingue uno strato di terra dall'altro) ma inoltre  se sarà in posizione  sopraelevata rispetto agli  altri strati di terra sarà  più recente, se si troverà più in profondità sarà più antico.  Definiamo  unità stratigrafica la traccia dell’azione naturale o umana in un preciso strato di terra. Se in uno  strato troveremo del fango sapremo che quell’unità stratigrafica é di origine naturale. Se, al contrario, troveremo tracce di una antica fossa o di un pozzo sapremo che quell’unità é frutto dell’azione umana.



Il sito di Elea, ( antica Velia) , Salerno, Campania.
Dall'alto verso il basso, dagli strati più recenti  a quelli più antichi posizionati in basso:
1 = manufatti di epoca bizantina
a = sabbie dunari della crisi ambientale dell’XI-XIV sec. d.C.;
b = sedimenti alluvionali della crisi ambientale del V-VII sec. d.C.;
2 = manufatti del IV sec. a.C.;
c = sedimenti alluvionali accumulatisi in 130 anni durante la crisi ambientale del VI-IV sec. a.C. includenti sismiti (s) e sabbie di tempesta (d);
3 = manufatti del VI sec. a.C.;
e = sabbie di spiaggia emersa-duna pre-insediamento greco;
h = argille, marne, arenarie del substrato.


La terra e la stratificazione geologica ci dicono molto.
Elea: un caso, due esempi. 

Siamo ad Elea nei pressi di  Ascea ( in provincia di Salerno, in Campania). 
Elea è stata in primis una polis della Magna Grecia. Nella "Geografia" (VI, 252)  scritta dallo storico , geografo e filosofo greco Strabone , furono i focesi ( popolazione ionica ) a chiamarla Vele o Hyele , nome cambiato successivamente in Ele e poi Elea. Il sito fu 
frequentato e abitato anche  in epoca romana  e medievale. Nel 1420 passò sotto la giurisdizione dei Sanseverino e poi della  Real Casa dell'Annunziata di Napoli. Dal 1669 i documenti non censiscono più nessun abitante nella città . Sopra, in figura,  vi ho riportato l'esempio della stratificazione del suolo di questo sito. La cronologia è molto ampia :  si parte, dal basso , da strati datati ad una epoca precedente alla  colonizzazione greca  fino agli strati più alti  afferenti all' XI - XIV secolo. Elea è un caso particolare in quanto oltre all'azione umana si unisce una complessa stratificazione naturale. In questo caso depositi di origine alluvionale seppelliscono i reperti archeologici . Questo fenomeno è tipico dei periodi freddo-umidi. Invece, depositi di sabbie eoliche sono indicativi di periodi particolarmente caldi. Elea  rappresenta un sito archeologico prezioso non solo dal punto di vista degli eterogenei ritrovamenti ma anche perché è  testimone dei cambiamenti climatici nel tempo. Oggi è un bellissimo parco archeologico tutto da visitare! 



Bibliografia:

Pagliuca S.,Ortolani F.,  Climatic variations and crises in the antrhopized euvironment in the Mediterranean region. Proc. Geosciences & Archaeology Seminar,  pp. 113-116.Special Publication n. 70, 1995.

Commenti

Post più popolari