|
Ambrogio Lorenzetti, Securitas, particolare del Buon Governo. Gli effetti in campagna, affresco, 1338 - 1339, Siena ( Toscana) , Palazzo Pubblico, Sala della Pace.
|
Nella mutevole situazione politica che vede avvicendarsi Longobardi, Carolingi e Ottoni, denotiamo in questi secoli una crescita demografica. Il passato, in campagna, ha ancora un suo peso: ritroviamo i resti delle ville che dal 650 d.C non saranno più costruite ma bensì riutilizzate o ristrutturate ( come nel caso di Faragola nel cui sito ,gli archeologi ipotizzano la costruzione di un villaggio). Molto spesso, le ville, ospiteranno piccoli sepolcreti ( usanza in auge fino al IX secolo in cui le ville verranno al massimo utilizzate come cave).
|
Castelseprio ( Varese, Lombardia) : chiesa di Santa
Maria foris portas e torre del monastero di Torba. |
Le fortificazioni continuano ad esistere e crescono notevolmente: ad esempio, Castelseprio, vicino Varese ( in Lombardia ) diventa tra VIII e IX secolo da "castrum" , "civitas" con tanto di conte che la governa. Il sito, dunque, si ingrandisce tanto da diventare un centro urbano con ulteriore cinta fortificata, Monastero di Torba e la chiesa di Santa Maria foris portas.
L'ambito rurale altomedievale è caratterizzato da :
- spinta all'aggregazione;
- razionalizzazione della produzione e delle risorse agricole;
- sfruttamento delle risorse prodotte.
Queste peculiari caratteristiche sono fondamentali per spiegarci i cambiamenti delle campagne in questi secoli. Infatti, in questo particolare e iniziale momento dell'Evo medio, nelle campagne troveremo interessanti evidenze: case isolate e insediamenti accentrati. Le case isolate potevano arrivare fino 800 - 1000 metri quadrati ed erano in materiali deperibili come legno e pietra ollare.
E per i villaggi o insediamenti accentrati? Alla metà dell' VIII secolo ( e ancor meglio nel IX carolingio) nasce il sistema curtense. Tipico dell'Italia centro - settentrionale, tale sistema prevedeva una azienda rurale di proprietà di un signore ( vescovo , abate, re o duca ) che deteneva una proprietà. Tale azienda era divisa in due parti:
- la pars dominicia gestita direttamente dal signore attraverso il lavoro degli schiavi;
- la pars massaricia ( da "massarii" ovvero "contadini") sempre di proprietà del signore ma gestita indirettamente tramite l'affitto delle terre a contadini liberi che gli versavano una quota dei prodotti ricavati ( la famosa "corvée" o "angaria" ) .
La curtis era molto articolata e comprendeva svariate aree e villaggi : tra queste spiccava la caput curtis dove risiedeva il dominus o il suo missus, amministratore di fiducia . A livello archeologico questa zona si riconosce per essere l'insediamento più elevato e più grande: comprendeva grandi magazzini per le scorte provenienti dagli altri villaggi , parte del massaricium, indirettamente gestiti. Questi ultimi avevano case e magazzini di minori dimensioni. In Toscana, come esempi di sistema curtense abbiamo Montarrenti ( ricostruita nella foto a lato) , Scarlino , Poggibonsi oppure in Emillia Romagna Sant'Agata Bolognese . Tutte ,in questo momento, si ingrandiscono, vengono provviste di chiese o di un castello ( Sant'Agata Bolognese ad esempio) e magazzini e si riorganizzano in senso curtense.
Aziende agrarie di altro genere sono quelle che troviamo nel Lazio, da sempre proprietà della Chiesa. Con il duro contraccolpo dato dalla perdita della giurisdizione sulla Sicilia causa Bizantini ( e quindi la conseguente rinuncia alle derrate riscuotibili da quella zona) , in tutto il Lazio fioriranno le domuscultae , aziende agricole ( non villaggi, attenzione! ) come quella di Santa Cornelia provvista di chiesa, battistero, deposito e un grande recinto.
Il lavoro agricolo:
Se in città vi erano artigiani e mercanti, nelle campagne l’occupazione principale era quella agricola che aveva caratteristiche molto differenti rispetto a quelle della Tarda Antichità, dovuti a due diversi fattori:
- ambientale , con conseguente spopolamento e avanzata dell’ incolto ( che non era sempre improduttivo, rendendo la dieta dei contemporanei più ricca, non solo basata su farinacei ma anche di altri alimenti tipici , già conosciuti dai Germani, per una economia silvo – pastorale )
-crisi dell’economia schiavistica e dissoluzione del latifondo . Dal punto di vista commerciale , parliamo di scambi che avevano largo sbocco sul mercato internazionale le cui dinamiche erano entrate in crisi negli ultimi secoli dell’Impero Romano, prima delle invasioni germaniche. La crescente difficoltà nel recuperare schiavi, indusse i romani a procurarsi dei coloni , contadini che lavoravano da sé le terre coltivabili , pagando un affitto al padrone, giuridicamente liberi, comportò la frantumazione del latifondo in aree più piccole. Gli schiavi esistevano sempre ma avevano una diversa condizione rispetto al passato, tant’è che molti studiosi preferiscono parlare di servi ( anche se tal condizione finì ufficialmente con il feudalesimo a cavallo del Mille). Tornando ai coloni, con l’arrivo dei Germani, si accelerò la frantumazione del latifondo secondo una ottica tipicamente germanica dove il singolo aveva il suo appezzamento, lo coltivava ( con l’aiuto di schiavi) e ne ricava il giusto per sé e per armarsi, mantenersi e pagare le tasse. Naturalmente esistevano anche i grandi proprietari terrieri, come re, capi locali, vescovi che , come abbiamo detto , erano i padroni indiscussi di quel sistema curtense al quale poc’anzi si faceva riferimento.
Le chiese
Iniziate nella tarda antichità, in questo periodo si moltiplicheranno per volere di papi, abati, vescovi , nobili , re e duchi. Nasce la geografia ecclesiastica composta da un fitto reticolato di edifici sacri. Le chiese potevano essere costruite nei castra ( Castelseprio ), nei centri curtensi ( Scarlino ) oppure potevano essere isolate o fungere da poli di aggregazione. Un interessante tipo di chiesa è la pieve provvista di battistero ma in particolare specializzata nella cura animarum cioè l'amministrazione dei sacramenti ( riti funebri compresi ) cosa che, non tutte le chiese ,seppur con battistero , potevano garantire. Le pievi erano legate al potere politico di famiglie potenti che investivano su di esse utilizzandole per il controllo territoriale tramite il battesimo e le sepolture, avendone a loro volta il diritto di esservi sepolti. Infatti, in questo periodo, i cimiteri si concentrano attorno a queste strutture rette da un rappresentante di quella specifica famiglia , i cui membri, alla loro morte, donavano tutti i loro averi in nome del pro anima mea cioè per ricordo di quella persona e per demarcazione del potere della sua famiglia su quello specifico territorio.
I monasteri
L'epoca d'oro dei monasteri fu tra l' VIII e il XII secolo . Per volere di aristocratici e regnanti, potevano essere costruiti su rovine o impianti precedenti ( come San Vincenzo al Volturno, provincia di Isernia, in Molise , originatosi su un antico vicus tardoromano ), presso santuari più antichi ( ad esempio San Severo in Classe, a Ravenna, ove sul santuario del Santo furono edificati un mausoleo e un monastero), presso città abbandonate ( come nel caso delle Centoporte, vicino Otranto o la piemontese Novalesa, la prima ad adottare la soluzione costruttiva con il chiostro centrale in Italia ). Esemplare per tutti i monasteri , fu lo svizzero San Gallo ( in foto in pianta) , il primo ad adottare l'abside ad est e il chiostro a sud attorno al quale si diramavano gli svariati ambienti del monastero che erano luoghi di preghiera, di cultura e di attività produttive.
Incastellamento
Tale fenomeno, eredità più aulica del Medioevo, comportò il proliferare di fortificazioni in altura tra il IX e il X secolo . Quando parliamo di questo fenomeno non dobbiamo far confusione con la risalita dei castra in altura del VII secolo per i seguenti motivi:
- cronologici : i castra tardo antichi si diffondono prima, tra IV / V - VI / VII secolo. L' incastellamento è tipico e peculiare del IX - X secolo.
- numerici: le fortificazioni del IX - X secolo sono più numerose dei castra. Ma perchè? Se i castra tardo antichi furono costruiti dalle autorità, le fortificazioni alto medievali furono create dalle signorie territoriali intenzionate a marcare il loro territorio. Per questo motivo il loro numero è maggiore rispetto ai castra.
L'incastellamento fu studiato in primis da Pierre Toubert che esaminò le carte di fondazione dei castelli. Per lo studioso, l'incastellamento nasce nel X secolo , teoria smontata successivamente da Riccardo Francovich che analizzò Montarrenti e Scarlino , due importanti centri risaliti in altura già dal VII secolo, cosa che lo indusse a generalizzare, ritenendo l'incastellamento la naturale conseguenza evolutiva del fenomeno tardo antico . In realtà non è così. Prendendo ad esempio la fortificazione di Rocca San Silvestro ( Livorno, Toscana) voluta dai potenti della Gherardesca nel X secolo, se ne scopre la fondazione ex novo su una altura per controllare l'estrazione di rame, piombo e ferro. L'evoluzione del castello tra il X e il XIV secolo è illustrato in foto. Nel nostro meridione, l'incastellamento ebbe compagine statale nella Puglia bizantina, nella Sicilia araba e nella Sicilia dei Giudicati.
Bibliografia:
A. Augenti, Archeologia dell'Italia medievale, Ed. Laterza, 2016
A.Barbero, C.Frugoni, Medioevo.Storia di voci, racconto di immagini, Laterza, 2020
G. Piccinni , I mille anni del Medioevo, Mondadori, 2000
Commenti
Posta un commento