Focus: la rappresentazione dell’ ebreo nel Medioevo
Nel Medioevo , l'intolleranza e il disprezzo verso musulmani ed ebrei crebbero notevolmente. Entrambi erano considerati stranieri e diversi per eccellenza .
Per gli ebrei, l' ostracismo si concretizzò meglio dalla prima crociata in poi, a causa di alcune maldicenze nei loro confronti : il presunto divieto di varcare le mura di Gerusalemme imposto ad alcuni pellegrini cristiani e la contemporanea richiesta d'aiuto mossa all'Occidente dall’imperatore d’Oriente contro i Turchi Selgiuchidi .
In realtà ci fu un fraintendimento: nessun veto per i pellegrini , ai quali era stata richiesta solo una tassa un po’ più alta per varcare le mura di Gerusalemme . Per quanto riguarda l’ Imperatore d'Oriente era alla ricerca solo di soldati mercenari che avrebbe pagato a sue spese.
E dunque da qui, l'odio.
In quanto eretici ed ingannatori , gli ebrei furono mal visti da tutti: dai sovrani ( Luigi IX di Francia) agli uomini di Chiesa ( il cronista Rodolfo il Glabro o il monaco benedettino Rabano Mauro) , ai predicatori ( come Pietro l'Eremita) che parlavano al popolo .
Sappiamo benissimo che per diffondere un' idea la comunicazione deve essere breve, chiara e diretta.
I predicatori utilizzavano gli exempla.
Si trattava di racconti didascalici brevi e di facile comprensione. Questi aneddoti , conservati in raccolte, verso la fine del 1100 assunsero forme e contenuti nuovi, ottenendo maggior risonanza nel XIII secolo.
Quale miglior strumento per diffondere l'odio?
Una raccolta di exempla indirizzata a questo scopo era quella dell’Alphabetum Narrationum . In queste storie gli ebrei appaiono falsi, ingannatori, infanticidi e anche se convertiti oppure , come nella maggior parte dei casi vittime di qualche inganno o crudeltà da parte dei cristiani, ne uscivano sempre colpevoli a differenza della fazione opposta , pura e immacolata . Guai ad accennare al contesto ebraico in cui , in ogni caso, era nato e vissuto Cristo!
Questo perché la comunità cristiana doveva distinguersi da quella ebraica , considerata nella sua totalità impura , dunque inferiore. In fin dei conti, secondo l'opinione pubblica di quei tempi, il cristianesimo era la verità scissa dall'ebraismo mendace.
Questa opinione era condivisa persino da molti teologi ( da Sant’Agostino a Isidoro di Siviglia ). L'ebraismo era giustificabile solo in virtù della perfezione cristiana che da essa si era distaccata.
L'esistenza degli ebrei era la loro condanna: predicatori e teologi come Pietro l’Eremita o lo stesso Agostino li accusavano di non aver riconosciuto il Messia , di averlo lapidato e condannato. Per questo dovevano vivere per subire quel disprezzo che si erano procurati con le proprie mani.
Insomma, per tutti, a quei tempi, se gli ebrei esistevano era solo per ricordarne il peccato.
E dunque, dalla rabbia serpeggiante dei crociati e della comunità del tempo, queste infelici riflessioni indussero Papa Innocenzo III ad emanare il canone 68 durante il IV Concilio Lateranense nel 1215 . Gli appartenenti alla comunità ebraica furono obbligati a indossare un abbigliamento particolare : una rondella identificativa sugli abiti . Innocenzo III impose anche il divieto assoluto di celebrare matrimoni misti.
E l’odio crebbe in maniera proporzionale alle città e...ai debiti che i creditori cristiani avevano in sospeso con gli usurai di credo ebraico . Debiti che non riuscivano a pagare per via degli alti interessi.
Quindi, con gli ebrei non si fraternizzava e non ci si sposava perché erano considerati traditori, abili nella medicina e nella gestione truffaldina del denaro. In più, secondo le false credenze , contaminavano la carne che vendevano ( infatti era vietato servirsi presso le loro macellerie). Stesso discorso valeva per il vino o per il latte ( le nutrici ebree erano bandite dal focolaio cristiano). Questo boicottaggio infinito generò l’incredibile: si arrivò a credere che gli ebrei maschi fossero soggetti al ciclo mestruale rendendoli doppiamente impuri ( perché simili alla donna).
Tutto ciò ci può sembrare assurdo ma è accaduto e l'arte ne è testimone.
Una precisazione: prima dell’XI secolo , l’ebreo non aveva connotazioni dispregiative . In seguito, durante le crociate, la sua rappresentazione cambiò , diversificandosi nel grottesco.
Quasi sempre ritratto di profilo, l’ebreo era riconoscibile dal naso adunco, dalle labbra pronunciate, dai folti capelli e dalla barba fluente, dalle mani grandi o in certi casi dalla pelle nera, come ad esempio il boia di Giovanni Battista nella miniatura di un salterio (sotto, in foto) .
La decapitazione del Battista, Parigi, BNF, ms. Latin 8846, f.2v, 1200 circa. |
Oltre all'offensiva connotazione fisica, l'ebreo era identificabile dall'abbigliamento: cappelli a punta ( sotto, in foto) , il filatterio ( astuccio quadrato in cuoio nero con cinghie fissate su di un lato, portato usualmente durante la preghiera del mattino) oppure vesti dal colore particolare. Se nella miniatura della lapidazione , gli ebrei sono abbigliati secondo la moda dell'epoca, per renderli più vicini e più indigesti ai contemporanei, nel tradimento dipinto da Giotto, Giuda differisce da tutti non solo per i capelli biondi e il profilo grottesco ma anche per il mantello giallo come il tradimento. Di questo colore erano le rotelle cucite sugli abiti degli ebrei espulsi dal francese Filippo Augusto nel 1182. Una variante era quella dipinta di rosso e di bianco.
Il Pegno sacrilego, Paolo Uccello, 1468 ca., Galleria Nazionale delle Marche, Urbino. |
Alcune varianti della storia mettono al rogo solo l'usuraio salvando tramite conversione la moglie e il figlio , altre invece hanno esito diverso. Tra le scene riprodotte da Paolo Uccello è interessante quella della riscossione dei debiti e della cessione dell'ostia ( sopra, in foto) . Non tanto per l'argomento in sè ma in virtù di alcuni simboli presenti nella bottega dell'usuraio. Vi troviamo uno stemma con uno scorpione ( tradizionale emblema del tradimento applicato agli ebrei), una cometa o una stella ad otto punte ( simbolo alchemico in un caso, giudaico nell'altro) e una testa di moro ( segno antimusulmano realizzato in onore di Federico da Montefeltro, sostenitore di Papa Pio II, fervido fautore delle crociate).
Scriveva Albert Einstein secoli dopo: " La ricerca del sapere fine a se stesso, un amore quasi fanatico per la giustizia, e il desiderio di indipendenza personale: questi sono i tratti della tradizione ebraica che mi fanno rendere grazie alle stelle perché ne faccio parte. Quelli che al giorno d'oggi ingiuriano contro gli ideali della ragione e la libertà individuale e cercano di edificare un avvilente schiavitù di Stato con la forza bruta , a ragione vedono in noi i loro inconciliabili nemici. La storia ci ha serbato un osso duro; ma fintanto che restiamo devoti servi della verità, della giustizia e della libertà, continueremo non solo a sopravvivere come il più antico popolo vivente, ma mediante il lavoro creativo continueremo a produrre frutti che contribuiscono alla mobilitazione della razza umana, com'è stato fin ora." A queste , aggiungo le autorevoli considerazioni della senatrice Segre: "Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare."
Milano , “il Binario 21” da cui, nella Seconda Guerra Mondiale, partivano i treni dei deportati |
Bibliografia e immagini :
A.Barbero, C.Frugoni, Medioevo. Storia di voci, racconto di immagini, Il Mulino, 2020
A. Einstein, Il mondo come lo vedo io, in “I classici del pensiero libero. Libri che hanno cambiato il mondo” , prefazione di G.Giorello, Ed. Corriere della Sera, 2010
A. Frank, Diario, prefazione di N. Ginzburg, Einaudi, 1994
L. Segre , un estratto del suo discorso in seguito alla nomina di senatrice a vita: "Proseguirò l'impegno contro la follia del razzismo", Repubblica.it, 19 gennaio 2018
J. Le Goff, Il meraviglioso e il quotidiano nell’Occidente medievale, Laterza, 2007
C.Frugoni, Paure Medievali. Epidemie, prodigi, fine del tempo, il Mulino, 2021
C.Frugoni, La voce delle Immagini. Pillole iconografiche dal Medioevo, Einaudi, 2010
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