Le Campagne nel Basso Medioevo

Le quattro stagioni, miniatura, 1490 - 1495 , dal Pseudo - Aristotele, Secretum secretorum
Parigi, Bibliothèque nationale, ms. Nouvelle Acq. Fr. 18145, f. 50r.


Il basso medioevo si compone dei secoli compresi tra XI e XV secolo . Siamo dunque nel pieno del medioevo e, grazie alle fonti scritte e archeologiche , riusciamo ad individuare notevoli cambiamenti.



Castelli e fortificazioni


Fortificazioni famose: il castello di Roccascalegna ( Chieti,  Abruzzo)


Mentre alcuni castelli del X secolo finiscono in rovina perchè abbandonati ( si parla di decastellamento) per motivi logistici, insediativi e di semplice selezione naturale, altri sopravvivono e, grazie alle signorie territoriali , dall' XI secolo, hanno un forte incentivo. Utili per il controllo e la razionalizzazione del territorio, in questo periodo sono costruiti in pietra , diventando grandi complessi simili a città ( un esempio è la cittadina di San Gimignano, in Toscana).Mentre nella prima fase di sviluppo avevano una fisionomia non ben definita, oscillando tra villaggio fortificato e residenza nobiliare, in questo secondo momento ne acquistano una caratteristica e ben delineata. E dunque immaginiamo il nostro castello in pietra, difeso da muri di pietra, sopraelavato rispetto al borgo sottostante, con abitazioni in pietra, che giace protetto da una seconda cinta di mura ai piedi di quell'altura su cui svettano l'area signorile e il suo complesso fortificato . Dall'XI secolo quest'ultimo si dota di strutture come casseri1, dongioni2, palazzi e... torri. Queste ultime , diffuse in tutta Italia, monumentali, facenti parte dell'architettura del potere, erano importanti elementi abitativi e di segnalazione . Spesso le si costruiva in solitaria , come a Montecorvino ( Salerno, Campania) a presidio di zone strategiche. Presso i Normanni, la torre è inserita in un complesso difensivo particolare : la motta.


Abbiamo accennato precedentemente alla prima fase dell'incastellamento. Tra XII e XIII secolo , nell'ottica di un maggiore sfruttamento e razionalizzazione dei territori, si attuerà la seconda fase di questo fenomeno con castelli più grandi, simili a città. A questo proposito è comune la tendenza di ritenere che i più ricchi costruissero imponenti edifici anche in campagna. Non è proprio così. Bisognava stare attenti a non sperperare e a costruire in campagna presidi dalla pura funzione demarcatrice e difensiva , non necessariamente grandi quanto quelli che si possedevano nei centri urbani. E' il caso dei potenti e ricchi della Gherardesca che a Donoratico (frazione del comune di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno, Toscana) costruirono un semplice fortilizio per marcare il territorio. Di questa struttura sopraelevata, oggi ci rimangono solo una torre e alcuni ruderi delle mura. L'ostentazione della potenza attraverso grandi costruzioni in campagna era fenomeno attuato dai rami meno facoltosi di uno stesso ceppo o da parte delle famiglie emergenti , di estrazione e potere rurale. Nel Meridione normanno, in Puglia, Sicilia e Calabria , i castelli vedono prima la costruzione di una torre alla quale vengono poi affiancati altri edifici. Questo successe a Scribla ( Cosenza, Calabria ), Montella ( Avellino, Campania), Vaccarizza ( Foggia, Puglia ove fu costruita una motta) e Segesta ( Trapani, Sicilia).
Diversi dai castelli , i borghi nuovi ( chiamati anche terre nuove o villefranche) , abitati costruiti ex novo , comparsi tra XII e XIII secolo. Erano caratterizzati da pianta ortogonale, assi stradali che si incrociavano ad angolo retto difesi da mura e fossati. Erano insediamenti organizzati con case a schiera, piazza centrale, pozzi, cisterne, e sylos per il grano. Tipico esempio di borgo nuovo è Muro Leccese ( Lecce , Puglia) costruito alla metà del Quattrocento per far fronte alla minaccia turca .Altre strutture fortificate  tipiche delle campagne basso medievali sono i casali.  Tra queste strutture, diffusesi a partire dall' XI secolo , citiamo il casale fortificato di Balsignano ( Modugno, Bari, Puglia). Nella campagna basso medievale si potevano incontrare case isolate , ovvero strutture solitarie ma anche borghi , insediamenti aperti,  moltiplicatisi tra IX e X secolo ( come San Genesio, nella valle dell'Arno, presso Pisa, in Toscana) oppure villaggi aperti ( detti villae ) composti da agglomerati di case, non cinte da mura con spesso un edificio ecclesiastico.


1 Tal termine , deriva dall'arabo kasr, reimpostato nel latino castrum. Spesso attribuito al mastio, viene anche utilizzato per indicare una torre con funzioni di vedetta e controllo.

2 Annotato per la prima volta in un documento della metà del XII secolo come domigno e donionum, indica un complesso difensivo interno al castello ovvero una torre quadrangolare di legno posta in posizione sopraelevata dotata sia di cinta muraria che di fossato proprio, destinata ad ospitare, insieme con edifici sussidiari e di servizio (come il pozzo, il forno e la cucina), un magazzino, una dispensa e la residenza del signore. Era una fortificazione nella fortificazione.



Chiese e monasteri


Il Basso Medioevo è il periodo di maggior perfezionamento per l'organizzazione ecclesiastica  che si concretizza in una struttura piramidale. L'insieme dei possedimenti del vescovo è la diocesi il cui potere è ben gerarchizzato attraverso le funzioni  delle pievi ( diventate circoscrizioni territoriali ecclesiastiche ) e delle parrocchie. Le chiese nei castelli si ampliano mentre  nelle campagne vengono ristrutturate , ricostruite o costruite ex novo.



San Vincenzo al Volturno nell'VIII secolo

Per i monasteri, segnaliamo il caso di San Vincenzo al Volturno. In origine vicus tardoromano,   nel 733 d.C fu  dotato di un monastero  e di due chiesette. Dopo la morte del longobardo Desiderio  nel 774 d.C e la presa del Nord da parte di Carlo Magno, nel monastero molisano scoppiò una lotta interna , tra i monaci divisi simpatizzanti per i Franchi e per i Longobardi. Carlo Magno appoggerà i primi, sconfiggendo i secondi, nominando un nuovo abate , Giosuè, per ordine del quale il monastero verrà trasformato in un edificio  a tre navate separate  da colonne con monumentale quadriportico. Verso la fine dell'VIII secolo, si segnala in loco la presenza di  officine per la produzione di  tegole, oggetti in metallo, vetro  e una campana (o forse anche più d'una) . Tale produzione, vive una ulteriore fase  nel secondo quarto del IX secolo , quando, nuovi impianti produttivi  collocati a Sud della grande chiesa, produrranno   oggetti smaltati, in metallo, vetro, forse in osso e avorio. Data l'aulica produzione, si ipotizza in loco un équipe  di artigiani molto abili, attratti dal prestigio sempre maggiore del monastero. Gli oggetti prodotti a San Vincenzo potevano essere donati, scambiati o entrare a far parte  del tesoro del monastero e di altre istituzioni, civili ed ecclesiastiche.



San Vincenzo al Volturno: topografia dell'area del monastero nell'XI secolo ( a sinistra )  e sua ricostruzione nel XII secolo ( a destra)

Il  declino del monastero comincerà nell' 847 d.C causa terremoto e invasione saracena . I monaci, dopo questo evento, verranno trasferiti a  Capua , ritornando verso la fine del X secolo ad abitare la struttura molisana. Sarà nell' XI secolo che verrà inaugurato il cantiere per la costruzione del nuovo monastero costruito sulla riva opposta del Volurno rispetto al precedente. La nuova struttura verrà dotata di mura di cinta e, all'interno, il complesso si articolerà attorno ad un chiostro. 


Bibliografia:

A. Augenti , Archeologia dell'Italia Medievale, Ed. laterza, 2016







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